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Avete presente quando acquistate un libro, con un titolo magari bellissimo, e poi, man mano che andate avanti a leggere, vi accorgete che suddetto titolo non c'entra assolutamente niente con quello che state leggendo? Ecco. L'idea di questa nuova rubrica (a cui cercherò di dare una cadenza fissa...) è questa: stanare questi libri, fare un confronto con il titolo originale e provare, se possibile, a cercare di capire perché è stato scelto di cambiare il titolo in traduzione e se la scelta è stata azzeccata oppure no.
Ci tengo però, come traduttrice per ora mancata, a sottolineare che non è assolutamente colpa dei traduttori, che solo in rarissimi casi sono loro a stabilire il titolo. Quindi, non prendetevela con loro.
Ho deciso di iniziare con un classico, così da poter limitare al minimo, in questo primo post, ogni mio giudizio personale troppo concitato. E quindi parliamo de: Il Giovane Holden di J.D. Salinger, romanzo uscito negli USA nel 1951, con il titolo "The Catcher in the Rye".
Il titolo originale allude a una strofa di una nota poesia scozzese di Robert Burns. Il protagonista del romanzo interrogato dalla sorella Phoebe su cosa voglia veramente fare da grande, risponde, ispirandosi a una scena che viene evocata in questa poesia, "colui che salva i bambini, afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale". In inglese, l'espressione suona bizzarra per l'immagine che evoca ma è formata da termini comuni: catcher indica anche un ruolo nelle squadre di baseball, mentre rye indica sia la segale sia un whiskey prodotto con questo cereale.
In questo caso non è difficile immaginare la difficoltà nella traduzione del titolo perché, oltre all'immagine bislacca, anche i termini usati non sono molto di uso comune. Se si fosse tradotto letteralmente sarebbe venuto fuori qualcosa tipo "Colui che prende nella segale", "Il raccoglitore nel campo di segale" o "Il raccoglitore nel whiskey", un'immagine assolutamente priva di senso. Il libro è comparso per la prima volta in Italia nel 1952 presso la casa editrice Casini con il titolo "Vita da Uomo (Il giovane Holden)". Si sceglie di utilizzare il nome del protagonista e di dare una sorta di spiegazione del contenuto. Nove dopo, nel 1961, la casa editrice Einaudi riprende in mano il libro, facendolo anche ritradurre da Adriana Motti, e decide di togliere la prima parte del titolo, lasciando solo "Il giovane Holden". La presenza dell'aggettivo giovane, a mio avviso, è sufficiente a lasciare intendere che si tratti di un romanzo di formazione.
Credo quindi che, in questo caso, la scelta del secondo titolo italiano, oltre che l'unica soluzione possibile e del tutto giustificata, sia anche molto azzeccata.
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