Magazine Cultura
Ho letto nel corso degli anni diverse sue opere, che a volte mi hanno entusiasmato altre convinto di meno. Ma rimane comunque a mio avviso un'autrice molto dotata, in grado di creare trame e situazioni molto ben caratterizzate.
Non serve fare però una ricerca troppo accurata per scoprire che praticamente tutti i titoli originali dei suoi romanzi, editi in Italia dalla Garzanti, sono stati spesso totalmente stravolti in traduzione. E la domanda, la solita, è: perché? Come esempio, vi porterò tre delle sue opere che ho letto: due mi erano piaciute molto, una per niente.
BLACKBERRY WINE ovvero VINO PATATE E MELE ROSSE
Uscito nel Regno Unito nel 2000 e pubblicato lo stesso anno in Italia da Garzanti, con traduzione di Laura Grandi, il romanzo è ambientato in parte in Inghilterra, a Pog Hill nei pressi di una vecchia stazione, ed in parte nella campagna francese, a Lansquenet, un paesino ricco di frutteti e vigne vicino a Marsiglia. Le due ambientazioni hanno come filo conduttore il protagonista Jay, bambino in Inghilterra e poi adulto nelle pagine ambientate nella campagna provenzale.
In questo caso, la differenza di titolo non è troppo marcata. Certo, la traduzione letterale "Vino di more", avrebbe potuto avere, a mio avviso, un certo effetto anche in italiano e si sarebbe adattata altrettanto bene a quanto descritto nel libro. Nella versione italiana si sceglie di dare un titolo più lungo, forse più evocativo mettendo insieme tanti piccoli elementi (a tratti insignificanti, tipo le mele) che compaiono nel libro, invece che puntare solo su quello principale.
SLEEP, PALE SISTER ovvero IL FANTE DI CUORI E LA DAMA DI PICCHE
Uscito nel 1993 sia nel Regno Unito sia in Italia, e poi per anni caduto nel dimenticatoio (io l'ho letto,ed effettivamente c'è un motivo se non ha avuto tanto successo), è secondo me uno dei casi più efficaci di come troppo spesso i titoli italiani possano essere fuorvianti e ingannare in qualche modo il lettore. E' da quando ho scoperto quale fosse il titolo originale che mi sto chiedendo come abbia fatto "Sleep, pale sister" ("Dormi, pallida sorella") a diventare "Il fante di cuori e la dama di picche". Ok, la traduzione letterale avrebbe forse fatto pensare a un libro con protagonisti dei pellerossa, ma quello italiano si allontana troppo dal senso del libro. Certo, la magia è una componente essenziale della trama e ogni tanto si fa affidamento alle carte per predire il futuro e il destino, ma il fulcro della vicenda una donna, chiusa in sé stessa e depressa, malata e rancorosa. Non siamo mica al luna park.
GENTLEMEN&PLAYERS ovvero LA SCUOLA DEI DESIDERI
Quest'ultimo esempio è quello che mi ha sconvolto di più. Anche in questo caso, il libro e la sua traduzione in italiano, sempre per Garzanti e sempre con traduzione di Laura Grandi, sono usciti lo stesso anno, nel 2005. Innanzitutto ci tengo a dire che questo è un romanzo meraviglioso, forse il migliore della Harris (sì, anche di Chocolat), per la sua bravura nell'articolare la trama, nel creare la giusta suspance e per quell'incredibile colpo di scena che mi aveva completamente spiazzata. Cosa sia successo però al titolo non riesco proprio a capirlo. Certo, il romanzo è ambientato in una scuola. Certo, i protagonisti, uno in particolare, nascondono e desiderano qualcosa. Però dai! Il titolo così ("Gentiluomi e giocatori") è stato completamente stravolto e banalizzato, e lascia intendere qualcosa di completamente diverso.
Questi sono solo tre esempi, quelli che mi hanno colpito di più, dei cambiamenti di titolo che i romanzi della Harris subiscono spesso (si potrebbero citare anche "The Lollipop shoes" diventato "Le scarpe rosse", o "Coastliners" ovvero "La spiaggia rubata") senza che si possa trovare una vera giustificazione.
Prima di scrivere questo post ho inviato un'email alla Garzanti per chiedere chiarimenti sulla loro politica di scelta dei titoli. Sono convinta, infatti, che gli editori non scelgano a caso e che, anche dietro a quei titoli che a me (ma penso anche a molti altri di voi) risultano completamente privi di senso, ci sia una riflessione lunga e ponderata. Vuoi che sia la moda, vuoi che siano strategie di marketing ben precise, vuoi che sia semplicemente un'emozione diversa che il libro ha lasciato in chi l'ha letto per primo per decidere di pubblicarlo. Fatto sta che ci deve essere un motivo. E chi meglio di chi ha assegnato il titolo può spiegarcelo? Per ora non ho ricevuto risposta, ma confido che arriverà presto.
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