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Nella puntata di oggi avevo in mente di parlarvi di un libro francese, così da farvi vedere che nessuna lingua è esente da questo particolare e, a volte inspiegabile, trattamento. Poi però la casa editrice che ha edito il romanzo in Italia mi ha scritto dicendomi che provava a inoltrare la mia domanda di spiegazioni a qualcuno della redazione che potesse darmi una risposta più esaustiva e quindi di portare pazienza ancora un po'. E quindi, ho ripiegato su un classico, che probabilmente avete letto e di cui conoscete già anche la storia del titolo. Sto parlando di: TO KILL A MOCKING BIRD ovvero IL BUIO OLTRE LA SIEPE di Harper Lee
Il romanzo, pubblicato per la prima volta negli USA nel 1960, ha come tematica principale quella della discriminazione e del razzismo nell'America degli anni '30, vista dagli occhi di due bambini, Scout e Jem, che vivono in una cittadina dell'Alabama. Il successo del libro fu immediato, tanto che l'autrice ottenne quello stesso anno il premio Pulitzer. La prima edizione italiana è apparsa sempre nel 1960 per la casa editrice Feltrinelli (che ancora lo pubblica) con la traduzione di Amalia D'Agostino Schanzer.
Ma veniamo al titolo: il titolo originale "To Kill a Mockingbird" letteralmente significa "Uccidere un usignolo", un uccellino talmente innocuo la cui uccisione viene considerata un grave peccato. Un riferimento figurato a quanto avviene all'interno del romanzo: l'accusa di stupro nei confronti di un giovane solo perché di colore e l'invasione nella vita privata di un vicino di casa dei due ragazzi, Boo Radley, un uomo schivo e timido e per questo considerato diverso. In italiano la traduzione letterale non avrebbe avuto molto senso, perché non sarebbe riuscita a trasmettere la stessa idea di innocenza e di purezza. Si è scelto quindi di optare per un'altra espressione, "Il buio oltre la siepe" appunto, che fa riferimento a qualcosa di sconosciuto pur essendo vicino. Anche in questo caso il romanzo rimanda a Boo Radley, temuto perché pur essendo sempre vicino non si sa nulla di lui.
Sebbene all'interno del romanzo in realtà non manchino i riferimenti all'usignolo che compare nel titolo originale, a mio avviso la scelta del titolo è del tutto condivisibile perché riesce nell'intento di trasmettere la sensazione di insicurezza e di paura legata alle cose che non conosciamo, che poi la maggior parte delle volte è ciò che è alla base del razzismo.
Che ne pensate?
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