Magazine Cinema
Per me questo è un capolavoro che DEVE essere mostrato per la bellezza e spiegato nei contenuti ad ogni bambino sulla faccia della terra. Chi scrive non è certo un disneyano d.o.c., ma "Dumbo" ce l'ho nel cuore da quando sono bambino e da adulto l'apprezzamento è cresciuto ulteriormente. Quest'anno ricorre il 70esimo dalla sua uscita, splendida occasione per parlarne.
Ricorrenza ricordatami e recensione sollecitata, tanto per cambiare, dall'amico Napoleone, il quale ha aggiunto - Mi raccomando, ricordati di citare l'irresistibile Generale fellone interpretato da Robert Stack in "1941: Allarme a Hollywood" ('81) di Steven Spielberg, che va al cinema proprio a vedere "Dumbo" :-"Ah, finalmente qualcosa di bello e positivo.." commuovendosi mentre fuori sulla Figueroa infuria il caos e la distruzione più totale per una supposta invasione dei giapponesi. -
E' uno spunto interessante per me questo generale. Per questo, senza rielaborare nulla, ho riportato la mail di Napoleone così com'era.
Ma veniamo alla storia del film! Anche se nota e arcinota...
In un circo ambulante arriva per mamma Jumbo, trasportato da una cicogna stile delivery-service, un elefantino dall'aspetto dolce e assai bizzarro. Dumbo ha orecchie enormi, talmente grandi che lo si può avvolgere dentro di esse per intero e c'inciampa camminando. Diventa subito lo zimbello delle elefantesse, e proprio difendendolo da umani che si burlano di lui mamma Jumbo avrà un'eccesso d'ira che la costringerà in una carrozza adibita a prigione. Rimasto solo troverà un inatteso amico nel topo Timoteo, il quale riuscirà ad inserirlo in un'acrobatica esibizione piramidale degli elefanti, la quale causerà un disastro distruggendo il tendone proprio a seguito di un movimento maldestro di Dumbo. L'elefantino verrà dirottato nello spettacolo dei clown, cosa che causerà un ulteriore allontanamento dal clan delle elefantesse. Al termine di un sogno-incubo pieno di elefanti rosa, pilotato da un involontario consumo di alcol, Dumbo e Timoteo si ritroveranno, derisi da una ganga di corvi, appollaiati sul ramo alto di un albero. E come ci sono finiti lì? La spiegazione potrà essere una sola: Dumbo, con quelle orecchie, può volare.
Trattasi di film storico, giusto riportare da wiki Storia e Curiosità:
Dumbo fu il risultato di una precisa volontà del Disney Studio di realizzare un lungometraggio semplice e senza il colossale dispiego di mezzi che aveva caratterizzato i lavori precedenti (Biancaneve e i sette nani, Pinocchio e Fantasia), anche a causa dell'iniziale fiasco (in proporzione ai mezzi impiegati) del precedente film Fantasia, ed è oggi considerato uno dei suoi film più belli.
Durante la notte degli Premi Oscar 1942 il film ricevette la nomination come Miglior Canzone per "Baby Mine" (cantata dalla madre di Dumbo in prigione) e ricevette la statuetta per la Migliore Colonna Sonora in un Film Musicale. Non solo, ma quello stesso anno Walt Disney ricevette un Premio Speciale "per lo straordinario contributo al progresso dell'uso del sonoro nel cinema attraverso la produzione di Fantasia", ed il prestigioso Premio alla memoria Irving G. Thalberg. Presentato poi in concorso al 2º Festival di Cannes (dopo ben 5 anni), vinse il Grand Prix du Festival come miglior film d'animazione.
Il film a causa della Seconda guerra mondiale, arrivò in Italia sette anni dopo la sua uscita e quindi anziché nel 1941 arrivò nel 1948, ovvero tre anni dopo la fine del conflitto. Al successo in Italia della prima versione contribuirono anche le canzoni della colonna sonora, ai cui cori partecipò anche il Quartetto Cetra.
Per il doppiaggio del film avvenuto nel 1948 i suoi componenti ricevettero una lettera autografa di congratulazioni da parte dello stesso Walt Disney.
È l'unico film Disney in cui il protagonista non dice una parola per tutta la pellicola.
È il primo film Disney (ed uno dei pochi tutt'ora) ad essere ambientato negli Stati Uniti.
È stato il primo film commercializzato in VHS per l'home video (1982).
L'ombra che il topo Timoteo proietta quanto sta per suggerire al "principale" di usare Dumbo nello show, è ispirata all'ombra di Nosferatu.
Secondo quanto riportato nei contenuti speciali del DVD, questo era il film preferito da Walt Disney.
Negli anni 80, la canzone Casimiro a tutta forza va fu usata come colonna sonora di una sigla che apriva ogni film che usciva in VHS.
Alcuni hanno pensato a Dumbo come a una versione più moderna de Il brutto anatroccolo, ma, in realtà, il film è tratto da una fiaba di Helena Aberson.
Un'ora della quale non si butta un solo frame. In questa edizione restaurata non ha perso nulla del suo fascino antico, i colori sono rimasti fedeli a mio parere e è ora di una qualità spettacolare! Le VHS non potevano in particolare rendere giustizia alla scena dell'arrivo del circo nella città dove poi arriverà anche Dumbo. Un "girato" notturno e piovoso, coi colossi neri al lavoro, insieme agli elefanti, e una musica di grande energia ad esprimere il vigore di uomini e animali al lavoro. Ora è godibile con la giusta luce. E' la scena che amo di più, se è possibile stilare una classifica in questo capolavoro; realistica poi, mostra inequivocabilmente il fatto che i lavori pesanti erano svolti da animali e afroamericani, vero Zio Tom? E oggi chi li svolge in italiA, senza guardare troppo lontano? Giustamente famosissima e ricca di colori più che mai la scena del sogno di Dumbo, nella quale gli elefanti rosa sono tutto e possono trasformarsi in tutto, un gioiello di fantasia e di psicologia. Quest'ultima mi ha portato a pensare all'altrettanto famoso, anche se presso altro genere di pubblico, sogno-volo de "Il grande Lebowski". Che si siano ispirati a Dumbo i Coen?
Ognuno scelga la scena che vuole. Freudiani e post-Freudiani si sbizzarriscano se vogliono sul Sogno. I lombrosiani sull'aspetto dell'elefantino. Gli erichfrommiani sull'essere o avere così come inteso dalle papesse pachidermiche rapportato a mamma Jumbo. Se si vuole va benissimo anche solo per sentire le bellissime canzoni (Super Encomio al Quartetto Cetra!) accompagnare le scene con sincronia perfetta, in questo i film di Walt Disney, dai primissimi, sono imbattibili. Questo film va bene per tutti, a tutti risulterà bello per qualche ragione. Fa ridere e pure molto in certi momenti, in altri intenerisce, commuove, e sfuggirà pure del salmastro dalla congiuntiva.
Il generale della chicca ricordata da Napoleone (n.b.: film ambientato proprio l'anno di uscita di Dumbo) cosa stava facendo prima di entrare al cinema e cosa farà all'uscita? Scena geniale ed esilarante quella del film di Spielberg, chiaro che satireggia sul militare e su quel che rappresenta, ma siamo, noi altri, migliori di lui? Forse la satira è di più ampio spettro...
Va bene che è ispirato ad una favola ben precisa e non al "Brutto anatroccolo", ma certe analogie sono innegabili! Come siamo tutti bravi e buoni quando guardiamo film come questo, subito prendiamo le difese del più debole. La maggior parte di noi però, nel reale, sono come le elefantesse che scacciano Dumbo o come il tenutario del circo che non esita a far compiere numeri pericolosi ai suoi dipendenti, animali in primis, pur di attirare il pubblico numeroso. La verità è questa. Già, che tenerezza infinita nella proboscide della mamma che esce dalle sbarre per cullare il piccolo, e altri contatti non possono averne. Solo la mamma può avere quella compassione per lui? Una specie animale evoluta non dovrebbe, nella sua interezza, adoprarsi per i suoi cuccioli e tra questi per i più discriminati? Il film rappresenta uno stato di cose, non il migliore possibile, ma questo non credo lo pensino in tanti, nessuno forse coglie che quanto vede denuncia un'organizzazione sociale che fa acqua da tutte le parti e ancora oggi non comprende che il diverso è occasione per migliorare il DNA collettivo e non un ostacolo. Persino il finale è bello ma di denuncia da questo punto di vista. Sì, una diversità diventa qualità, ricchezza, ma perché? Semplicemente perché può portare soldi negli spettacoli. Dumbo, solo così, con le sue orecchie e basta, non valeva nulla, comincia a valere volando. Ed ecco la "romantica" di turno che pensa al gesto - ecco, vedi?, anche se sei un diverso, anche solo con la mente, tu puoi volare... - non capendo veramente niente. Avete mai visto dei disabili volare? Al limite degli idioti attaccare lucchetti e dire un mucchio di frasette coglionanti, quelli sì... volete vendere libri e farvi intervistare nei talkshow? scrivete quelle cazzate e andrete forte.
Fantastico film! Sembra una favoletta e invece è satira sociale. Ti addolcisce con una nenia, t'ipnotizza con un sogno, e ti risveglia al tuo reale essere. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andremo?... ma che ce ne frega di 'ste domande da perditempo! Una domanda interessante può essere: Cosa facciamo? O meglio, più banalmente e quotidianamente: oggi come mi sono comportato? Un film come questo, ad ampio spettro nel tirare fuori i nostri sentimenti ci dà un'idea del potenziale che possediamo, ma poi nella vita di tutti i giorni gli stimoli ad esprimere questo potenziale sono diversi, più deboli, o meno evidenti, e non ci escono questi sentimenti. C'è il potenziale ma sono deboli forse i recettori, oscurati da altro di più forte e meno nobile.
Timoteo è un personaggio splendido, simbolo di apertura mentale e privo di pregiudizi, espressione del "Penso Positivo e 'fanculo tutti gli altri". Bellissimo che sia proprio un topo, spauracchio ancestrale degli elefanti, a svolgere questo ruolo pigmalionico, da meditare volendo.
Favolosi anche i corvi, altri animali abbastanza bistrattati nella vita reale eppure tra gli uccelli più capaci e intelligenti. Anche nel film lo saranno, perché riusciranno in un'impresa che per i più è titanica e per i restanti impossibile: cambiar parere.
Basta dai, ne ho scritto anche troppo.
Bellissimo cartone in tutti i sensi, e di formazione.
Da vedere periodicamente, consigliatissimo anche come edulcorante per quando i neuroni sono invasi dall'acido che la vita quotidiana spesso procura.
Robydick
Frameshow ricchissimo, praticamente una sintesi del film. Le canzoni, tutte della o.s.t. ovviamente, sono "Casimiro va" e "Giammai gli elefanti volar" e il gran finale dalla v.o. con "When I see an elephant fly".
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