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Dune: l'evoluzione e i computer umani

Creato il 29 ottobre 2012 da Estropico
Dune: l'evoluzione e i computer umani Tra i cult del genere fantascientifico non si può non ricordare il mitico DUNE. Dapprima romanzo scritto da Frank Herbert nel 1965 che riuscì a vendere ben 12 milioni di copie in tutto il mondo, poi divenuto nel 1984 un colossal diretto da David Linch e interpretato da un valido cast di attori tra cui ricordiamo Patrick Stewart e il cantante Sting.
Il film narra di un futuro molto remoto in cui l'umanità ha colonizzato la nostra galassia e dell'importanza che riveste un pianeta desertico, denominato Arrakis, negli equilibri di potere. Equilibri che vedono contrapposte due case, la Atreides e la Arkonnen mentre l'universo conosciuto è sotto il dominio dell'imperatore Panisciasha IV. L'ambientazione, nonostante il futuro remoto (oltre l'anno 10.000...) è di tipo feudale con tanto di caste e di signori della guerra: il perfido barone Harkonnen e il duca Atreides: una frammistione ben riuscita di fantasy e fantascienza armonizzata dalla fantastiche musiche di Brian Eno. L'inizio del film è introdotto dalla figlia dell'imperatore che spiega perché il pianeta Arrakis sarebbe così importante. Questo pianeta è l'unico, nell'intero universo, capace di produrre il Melange (o spezia) ovvero una sostanza avente proprietà davvero speciali:
  • La spezia allunga il corso della vita.
  • La spezia aumenta la conoscenza.
  • La spezia consente di superare le barriere spazio-temporali.
Guarda caso si tratta di una visione del futuro del tutto compatibile con quella transumanista ma con una severa eccezione: la Jhiad Butleriana. Di cosa si tratta? Si tratta di una vicenda che precedette la storia di DUNE narrata nel film e che condusse l'umanità a una guerra contro le macchine intelligenti guidata da Serena Butler. Queste ultime, per nostra fortuna furono sconfitte. Da allora (200 anni prima degli eventi narrati) la computazione divenne assolutamente biologica e mai più nessuna macchina fu usata per guidare astronavi, costruire infrastrutture, regolare commerci, transazioni finanziarie ecc. Tutto passò sotto il controllo di esseri umani potenziati denominati mentat, dei veri e propri "calcolatori umani" dalla mente superlogica.
Frank Herbert non ebbe il tempo di scrivere anche il prequel di DUNE riguardante la storia della ribellione delle macchine intelligenti ma sembra che citasse il nome Butler poiché lo scrittore inglese Samuel Butler (1835-1902) fu il primo in assoluto a ipotizzare la possibilità che delle macchine intelligenti soppiantassero il genere umano al governo del pianeta. Queste le sue parole:
Cosa succederebbe se la tecnologia continuasse ad evolversi così tanto più rapidamente dei regni animale e vegetale? Ci sostituirebbe nella supremazia del pianeta? Così come il regno vegetale si è lentamente sviluppato dal minerale, e a sua volta il regno animale è succeduto a quello vegetale, allo stesso modo in questi ultimi tempi un regno completamente nuovo è sorto, del quale abbiamo visto, fino ad ora, solo ciò che un giorno sarà considerato il prototipo antidiluviano di una nuova razza... Stiamo affidando alle macchine, giorno dopo giorno, sempre più potere, e fornendo loro, attraverso i più disparati ed ingegnosi meccanismi, quelle capacità di auto-regolazione e di autonomia d'azione che costituirà per loro ciò che l'intelletto è stato per il genere umano.
Considerando che questa frase risale addirittura al 1855 (quattro anni prima dell'uscita de L'Origine delle Specie di Darwin) Butler può essere sicuramente classificato come il primo che pose il problema dello sviluppo delle I.A. peraltro (e questo è eccezionale) pensandolo in un periodo in cui la computazione non era nemmeno stata sviluppata. Si pone ora il problema: in una società avanzata come la nostra ove le macchine regolano finemente il nostro modo di vivere sarebbe possibile tornare a una società feudale quale quella ipotizzata da Herbert? Sarebbe possibile creare esseri umani potenziati che sostituiscano per via biologica le intelligenza artificiali? E' una questione non da poco...

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