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Dunque Dio è morto

Da Villa Telesio

Dunque Dio è morto

Marc Chagall, "L'esodo" (1952-66)

Dio ha riempito le sue calze di case strette,
palazzi e lunghe strade:
la guerra, facendolo sudare,
ha svuotato le sue viscere
producendo macchine grasse,
pidocchi attaccati alle sue suole. 
Ha sputato,
e rovesciato del vino
sopra la sua scacchiera di vapore,
creando uomini
tra gli interstizi dei suoi denti molli;
ha provocato terremoti
e religioni,
scrollandosi di dosso i continenti
che gli si attaccano alle ascelle lisce.
Ma tutto questo è nulla,
e non importa a nessuno:
sono altri i peccati
che ci fanno più colpevoli di lui
(crostini d’indifferenza
che inghiottono amore).


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