Tanto rumore per nulla, tutto è portato all'eccesso per creare uno psico-dramma catarchico senza partire da un vero dramma.
Credo sia uno di quei film che si ama o si odia, non ci sono mezze misure. Ed io lo odio.
Natalie Portman interpreta Nina, una ballerina perfezionista e psicologicamente instabile, resa tale da una madre iperprotettiva e dominante. Nel momento in cui ha la possibilità, offertagli dal suo spietato coreografo (Vincent Cassel), di interpretare il doppio ruolo di cigno bianco (delicata purezza) - cigno nero (torbida passione) nel Lago dei cigni di Cajkovskij, si scontra con la difficoltà di far emergere il suo "cigno nero". Incapace di vivere intensamente le emozioni, tutta tesa al controllo di se stessa farà un percorso visionario e paranoico, vivrà un rapporto ambiguo con una collega-rivale (Mila Kunis) che rappresenta la sua "metà oscura", per riuscire a far emergere la parte più istintiva al fine di raggiungere una completezza ed una carica sensuale tali da poter interpretare entrambi i ruoli. Fino alla follia.
Alla fine Nina sembra soltanto una ragazzetta deboluccia e schizofrenica che a fatica e con mille piagnistei tenta di liberarsi dall'oppressione materna per ricercare il lato più oscuro di sè, spinta dall'ambizione.
La parte dedicata ai balletti è carina, i costumi e trucchi di scena sono belli, ma non c'è dubbio per me, la cosa migliore del film è la regia: ossessiva, ansiogena, nevrotica e che segue maniacalmente il viso della protagonista per vivere tutto con lei. Grande uso degli specchi per effetti destabilizzanti e vagamente horror, anche se pure questo è un déjà-vu, visto in centinaia di film (inutile dire spesso migliori?).
E il finale, come poteva essere viste le premesse? Ma naturalmente teatrale e scontato!
Si è molto parlato, infine, della performance sessuale delle due ballerine rivali, certamente molto esplicita e intrigante, al punto che è stata inserita nella lista delle migliori scene di sesso cinematografico.






