Ritmo lento, poche parole e tempo sospeso per descrivere gli ultimi giorni di vita di un Kurt Kobain lontano da tutto e da tutti, rifugiato in campagna e in se stesso, a contatto con una natura avvolgente che sembra l'unica vera e possibile compagnia.
Lo stile di Gus Van Sant rende particolarmente bene lo stato di alienazione dell'indimenticabile leader dei Nirvana tramite il suo inconfondibile stile documentaristico, privo di effetti spettacolari e di qualsiasi giudizio.
E' in questo modo, con questa straordinaria e inconsueta delicatezza di intenti che riesce a trasmetterci la sola sensazione che conta, dell'uomo e del personaggio, in quegli ultimi giorni di vita prima del suicidio nell'aprile 1994: la lontananza ormai insostenibile, irreparabile tra il suo mondo interiore e quello esteriore.