E se è impossibile che tanti sceneggiatori diversi sappiano approfondire tutti allo stesso modo Dylan Dog, neanche negli ultimi anni si è riuscito a portare un minimo di freschezza o un tentativo di rivoluzionare qualcosa negli ormai arrugginiti meccanismi narrativi dylandoghiani. E le persone che sembravano dovessero farlo si sono allontanate dalla serie: Paola Barbato è impegnata col suo progetto Davvero, web comics che tra poco andrà anche su carta per la Star Comics [1] . > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="200" width="231" alt="Dylan Dog #307 Lassassino della porta accanto >> LoSpazioBianco" class="alignleft wp-image-50121" />E anche Roberto Recchioni ha preso strade diverse da quelle dell’indagatore dell’incubo, strade che lo stanno portando a scrivere Tex e la prima miniserie a colori della Bonelli (Orfani, in uscita nel 2013).
Ma Dylan Dog è il classico personaggio che in punto di morte riesce a dare un colpo di coda, una scossa, come tante volte gli è capitato di fare durante le sue avventure. E stavolta il colpo di coda ha un nome e un cognome: Fabrizio Accatino. Lo sceneggiatore torinese, che finora per il personaggio creato da Tiziano Sclavi aveva scritto tre storie, fra cui ricordiamo soprattutto la bellissima “La Strada per Laredo” pubblicata nell’Almanacco della Paura 2005, è al suo esordio sulla serie regolare, dopo un lungo silenzio dovuto a suoi impegni lavorativi extra-fumettistici.
La sua L’Assassino della porta accanto è un manuale su come scrivere un Dylan Dog e contemporaneamente un sunto di tutti gli errori che si stanno compiendo sul personaggio: anche in questa storia, come in tantissime precedenti, tutti gli eventi succedono perché sono scritti, senza che Dylan faccia niente per evitarli. Gli capitano, e basta, e lui ci si butta a pieno, senza rete di protezione, come precedentemente erano stati abili a mostrarci Sclavi e la miglior Barbato.
Ma il fatalismo pieno di speranza che c’è alla base di Dylan Dog è stato troppo spesso trasformato in sciatteria da sceneggiatori meno sensibili di Accatino, che hanno indebolito sia il personaggio che il suo forte senso umano,
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E anche se durante la storia sia Groucho che Bloch sono assenti, noi riusciamo a sentirne la presenza tramite le lettere che Dylan invia loro. Possiamo quasi immaginare la faccia di Bloch che dice a Dylan di non comportarsi da ragazzino e sembra di leggere le battute di Groucho, anche se lui non c’è. Rispetto agli scialbi ruoli degli ultimi periodi, questa pesante presenza-assenza è quasi balsamo per i lettori, invitati a riscoprire un rapporto talmente profondo che ha resistito ad attacchi all’arma bianca di storie quali Oltre quella porta,
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In più il ritratto del cattivo, paranoico ma credibile, patetico e pericoloso, che alla fine sarà l’unico a uscire da questa storia senza graffi dell’anima, è uno schizzo che tarda ad asciugarsi, che rimane attaccato dentro.
I flashback che lo ritraggono da piccolo con una nonna fin troppo presente e pressante, non riescono a togliere di dosso l’incredibile fastidio che si prova a vederlo farla franca, fino all’incredibile pasticcio che combina a causa delle sue paranoie, non permettendo a Dylan di riconciliarsi col suo grande amore eterno mensile, facendocelo definitivamente odiare.
Ma tutto il cast allestito da Accatino è, se non credibile, almeno funzionale alla storia: il quasi quarantenne Peter Pan, la bellona, la padrona di casa simpatica, la straniera che nasconde segreti inconfessabili. Tutte personalità che Accatino tratteggia come meglio può, riuscendoci bene nella maggior parte dei casi. Tutta la storia è un’enorme porta scorrevole dove, se non si fa attenzione, ci si perde dentro un dialogo, un elemento lasciato in sospeso, nella speranza, alla fine delusa, che tutto vada per il meglio. Questa storia scritta da Accatino sembra la vita reale, e in quella difficilmente tutto va per il verso giusto.
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Ai disegni un’altra new entry, non solo della serie regolare ma proprio del personaggio e addirittura della casa editrice: si tratta di Sergio Gerasi, disegnatore che in Star Comics ha prestato le sue matite per serie quali Nemrod e Valter Buio, nelle quali ha mostrato tutte le sue capacità, fino alla chiamata in Bonelli,
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Tutti, all’inizio dell’avventura di Valter Buio, riflettevano sulle similitudini tra i due personaggi; e se la serie è giunta poi a smentirle, alla Bonelli saranno comunque piaciute le atmosfere che Gerasi riusciva a conferire alla Roma immaginata da Bilotta e hanno giustamente pensato che il tratto del disegnatore sarebbe andato a pennello anche per Dylan Dog.
Scommessa vinta: dal cilindro il disegnatore milanese tira fuori una prova tutta sostanza e realismo, una caratterizzazione grafica molto positiva di tutti i personaggi della storia, ma soprattutto di Dylan, finalmente ritratto in tutta la sua triste bellezza, che alle volte parecchi altri disegnatori tendono a dimenticare. E se sicuramente è attesa la sua prova quando verrà il momento di disegnare gli altri personaggi storici della serie (lo vedrei bene a disegnare una Madame Trelkovski tutta rughe e lapsus), questa prova è da promuovere senza dubbio a pieni voti.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog #307 – L’assassino della porta accanto
Fabrizio Accatino, Sergio Gerasi
Sergio Bonelli Editore, Aprile 2012
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,70€
ISBN: 9771121580009
Note:
- come a suo tempo da noi segnalatovi www.lospaziobianco.it/47596-davvero…ar-comics-carta [↩]
Etichette associate:
Dylan DogValter BuioSergio Bonelli EditoreRoberto RecchioniTiziano SclaviFabrizio AccatinoPaola BarbatoPuoi leggere anche:
- Shanghai Devil #7 – Sotto ricatto (Manfredi, Barbati)
- Almanacco della paura 2012 – L’eliminazione (Recchioni, Uzzeo, Brindisi)
- Dylan Dog #307 – L’assassino della porta accanto (Accattino, Gerasi)
- Shanghai Devil #6 – Hotel Europe (Manfredi, Perovic)
- Nathan Never #250 – Il segreto di Sigmund (Perniola, Giardo)
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