E alla fine ci siamo arrivati, a sta dannata rivoluzione.
Mesi che sembrano essere volati, una nuova Lucca all'orizzonte e finalmente il nuovo corso di Dylan Dog fa il suo debutto, eccezionalmente colorato, con questo Spazio Profondo a firma di Roberto Recchioni, neocuratore della linea editoriale dell'Indagatore dell'Incubo
Sci-Fi Bloody Hell
Specifichiamo subito che la virata vera e propria del Dylan Dog-verse è rimandata al 29 ottobre con l'annunciata pensione di Bloch (!) e che qui parliamo di una di quelle storie "a se" non certo nuove al nostro caro clarinettistaDisegni (E Colori!)
Nicola Mari ha un tratto che mi è sempre piaciuto un sacco (ricordo ancora con sommo affetto Goliath), però forse per il colore - opera di Lorenzo De Felici, che fa un grandissimo lavoro - forse per l'ambientazione, questa volta non lo ho apprezzato al 100%Sarà che reputo il suo Dylan uno dei più "burtoniani", e lo vedo meglio in giri gotici, mea culpa
Trama
La domanda in cui si risolve tutto: mi è piaciuta ?Risposta: nì
Partiamo dal presupposto che io e la fantascienza salvo qualche occasione non andiamo molto d'accordo (fanno eccezione specifici i sottorami come il mio amatissimo cyberpunk, Asimov o la space opera), e anche se Alien mi è sempre piaciuto molto trovo molto stancante la continua riproposizione del suo "modus hoperandi" nei più svariati contesti...per intenderci, il concetto spaziale della casa stregata (astronave)
Sarà forse che Roberto Recchioni mi ha abituato fin troppo bene (ricordo sempre che Mater Morbi è una delle mie storie di Dylan terrificantemente preferite) ma chiarito questo punto, sottolineando come comunque Spazio Profondo attinga da diverse fonti senza "copiarne" nessuna (peraltro in perfetto stile DyD) globalmente l'albo non mi ha appassionato ne davvero convinto, ma ho molto apprezzato la psicologia nella caratterizzazione di (dei) Dylan, più che altro nelle interazioni tra Numero 5 e Numero 4