Magazine Cinema
Genere: Distopie dell'indagatore dell'incubo
Pagine: 192
ISBN: 978-88-6543-237-2
Formato e rilegatura: Cartonato, 16x21
Data di pubblicazione: 02/07/14
Qualche anno fa su un Dylan Dog Horror Fest è apparsa una storia nata dalla fantasia di Alessandro Bilotta e dai disegni di Carmine Di Giandomenico. Narrava, a colori, le vicende, in una Londra futura, di un invecchiato e disincantato Indagatore dell'Incubo. In questa futuro prossimo la città è invasa dai Ritornanti, esseri che non vogliono restare morti, che sono ormai più dei vivi. A niente sono serviti i muri di cinzione del ghetto costruito per trattenerli, a niente sono servite le museruole per impedire loro di morsicare i vivi e trasformarli.
Dylan non indaga più per conto suo, ma è a capo di una divisione speciale di New Scotland Yard che si occupa di contenere la minaccia. Dylan è un alcolizzato. Ha sulle spalle il peso di questa situazione in quanto se ne sente direttamente responsabile. E' stata colpa sua se il paziente zero ha potuto dare via all'infezione mortale. Lui l'ha lasciato libero di andare non trovando il coraggio di sparargli.
Ma come siamo arrivati a questo punto? Ecco che Bilotta torna dietro la macchina da scrivere e con i disegni, prima, di Daniela Vetro sul Dylandogone, e, poi, di Paolo Martinello, su un altro Dylan Dog Horror Fest, chiude il cerchio. Ogni storia è un passo indietro nella vita di Dylan. Ogni storia ci permette di scoprire i tasselli che hanno reso possibile la caduta dell'umanità in favore della morte eterna. Si penetra ancora di più nell'animo di un cinquantenne Old Boy, lo si vede invecchiare, cadere e faticare più del solito a rialzarsi. Si incontrano i suoi vecchi amici Bloch e Madame Trelkovsky, invecchiati come lui, sfiorando le loro vite (o morti). Si capisce cosa e come è successo a Groucho. Si cade nella malinconia e nella disperazione passo a passo. Quasi senza accorgersene. Nei testi di Bilotta non mancano le critiche sociali, alla politica, all'opportunismo e, coscientemente, non si vede un filo di speranza in fondo al tunnel. Il lavoro a ritroso è stato realizzato così bene che, leggendole in ordine inverso alla loro pubblicazione, le storie trascinano il lettore in un vortice di illusioni così profondo da non permettergli di accorgersi di aver lasciato la speranza subito dopo quel morso.
Come detto, solo lo sceneggiatore rimane costante per le tre storie, d'altronde era un progetto che teneva nel cassetto da anni e Bonelli gli ha offerto la possibilità di svilupparlo autonomamente. Cambiano i disegnatori. Cambiano gli stili, i colori (la prima e la terza storia di questo libro BAO sono a colori, la seconda in bianco e nero), non cambia l'impatto emotivo che Martinello, Vetro e Di Giandomenico hanno sul lettore.
BAO si rivela, come sempre più spesso accade, un realtà di grande concretezza e qualità. A 16€ offre la raccolta di queste storie in un volume molto curato. Per le mani si stringe un pesante, in modo giusto, libro di 192 pagine con una malinconica copertina cartonata di ottimo livello artistico. Le pagine sono di carta spessa , tanto da spingerti a controllare di aver girato una pagina e non due, molto piacevole al tatto. I colori delle storie sembrano essere fedeli all'idea dei coloristi che li hanno pensati. Il bianco e nero della storia di Vetro è pieno e definito. Come sempre, la qualità che BAO mette nei suoi lavori la si paga, ma se ne gode a pieno durante la lettura.
Un'interessante raccolta di storie su un Dylan Dog diverso dal solito, con un suo perché. Un libro da acquistare per chi vuole riscoprire un eroe che ha amato in passato e che è stato deluso da certi suoi passaggi editoriali mensili.
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