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Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato

Creato il 28 marzo 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="200" width="600" alt="Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato >> LoSpazioBianco" class="size-full wp-image-27936 aligncenter" />

Il film di Dylan Dog è un pro­dotto di enter­tain­ment che ha il com­pito di tra­durre in cel­lu­loide un per­so­nag­gio a fumetti rea­liz­zato in Ita­lia. Può essere che per un let­tore di Dylan Dog affron­tare que­sto film con tran­quil­lità senza cari­carlo di troppe aspet­ta­tive sia impresa impos­si­bile?
Per un let­tore non occa­sio­nale e soprat­tutto per un let­tore della prima ora sì, è impos­si­bile. Se si cono­sce il per­so­nag­gio è impos­si­bile, pro­prio per­ché la for­tuna della serie è dovuta alla cara­tura umana del per­so­nag­gio. Nes­sun film potrebbe mai sod­di­sfare appieno le aspet­ta­tive di ciascuno.

Alla luce degli enormi pro­blemi di tra­spo­si­zione che ci sono fra un fumetto che è stato scritto da decine di autori e rea­liz­zato in cen­ti­naia  di volumi auto­con­clu­sivi, per un let­tore di Dylan Dog che peso pensi abbiano le diver­genze dal fumetto nel giu­di­zio del film?
Ogni numero che esce in edi­cola com­porta una levata di scudi delle varie frange di let­tori. Gli “scla­viani” che vor­reb­bero che tutti scri­ves­sero come lo Sclavi del 1986, i “chia­ve­rot­tiani” che tro­vano tutte le sto­rie recenti “fuori serie”, i puri­sti dello splat­ter che lo vedono edul­co­rato ecce­tera. Figu­ria­moci poi se esce un film, anche fosse fedele fino all’esasperazione a un numero ben pre­ciso della serie ci sareb­bero sem­pre dei let­tori insod­di­sfatti. Anche pre­messo che la tra­spo­si­zione per­fetta è impos­si­bile da realizzare.

Nar­ra­tiva e fumetti sono bacini impor­tanti di sog­getti e per­so­naggi per il cinema nostrano; in gene­rale quanto pensi possa essere pos­si­bile (tutto con­si­de­rato) un pas­sag­gio indo­lore da un mezzo all’altro?
Indo­lore mai. E non solo per il cinema nostrano (dal punto di vista quasi esclu­si­va­mente let­te­ra­rio) ma anche per le major hol­ly­woo­diane. Io ancora oggi non per­dono a Kubrick il suo “Shi­ning”, total­mente infe­dele allo spi­rito dei per­so­naggi di King (pur essendo un gran film). Il nostro cinema can­ni­ba­lizza mol­tis­simi romanzi, ma in alcuni casi la resa del film nobi­lita un testo magari non bril­lan­tis­simo (non fac­cio nomi).

Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="385" width="280" alt="Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-27934" />Da spet­ta­trice sop­porti più facil­mente, nella tra­spo­si­zione, un tra­di­mento all’originale nella forma o nella sostanza?
Forma, forma, per carità. Se Dylan invece di un mag­gio­lino bianco ne guida uno scuro poco cam­bia. Se Dylan gui­dasse una Lam­bor­ghini allora sì. Per­ché non è nel suo carat­tere. Un Dylan vestito con jeans, giacca nera e cami­cia rossa che parla come Rambo è mille volte peg­gio di un Dylan in smo­king che si com­porta da Dylan. Il rispetto per il per­so­nag­gio è fon­da­men­tale, poi la resa esterna può cam­biare, pace.

In cen­ti­naia di sto­rie di Dylan Dog si sono deli­neate (oltre all’interpretazione del papà Sclavi…) varie inter­pre­ta­zioni del per­so­nag­gio a seconda della sen­si­bi­lità dell’autore che lo rea­liz­zava. Nel film hai “sen­tito” in qual­che punto una vici­nanza al tuo Dylan?
No. E non ho altro da dire su que­sta faccenda.

Pre­scin­dendo dalla qua­lità del film è par­tita una levata di scudi “inte­gra­li­sta” (lo diciamo con sim­pa­tia nei con­fronti dei fan, ovvia­mente) tesa a boi­cot­tarlo a pre­scin­dere, magari a causa dell’ambientazione a New Orleans (o di altre “varia­zioni” magari dovute a pro­blemi di diritti, leg­gasi mag­gio­lone, Grou­cho…). Anche se ambien­tato a Lon­dra (tanto per fare un esem­pio) avremmo avuto cen­ti­naia di fan arrab­biati per un altro motivo, non credi?

No, non credo. L’assenza di Grou­cho posso anche capirla, la pre­senza di un assi­stente diverso no. E non credo che ambien­tare a Lon­dra la vicenda sarebbe stato ter­ri­bil­mente dispen­dioso. L’esempio del mag­gio­lone calza: hanno cam­biato il colore per i diritti della Disney su Her­bie? Va bene, ma pur sem­pre di mag­gio­lone si trat­tava. Non pote­vano usare Grou­cho? Ok, allora meglio nes­suno. I loro cam­bia­menti in que­sto senso, invece, anda­vano con­tro il per­so­nag­gio, la serie, il con­cetto pro­prio di “Dylan Dog”. L’America? E da quando, l’America? Non mi dicano che Lon­dra era una loca­tion costosa per una pro­du­zione simile, dai. Lon­dra si può rico­struire, si può dis­si­mu­lare. Fai due riprese nella Lon­dra vera e poi sce­gli un ambiente ame­ri­cano simile. Que­sto film non pre­senta nes­suno sforzo di “entrare” nell’atmosfera del fumetto. Met­terci un nome e due cose este­riori non basta. Fai dell’altro. Io so quanto i fan di Dylan pos­sano essere estremi, ma in que­sto caso le pre­messe erano pro­prio nega­tive negative.

Par­liamo di una pro­du­zione ame­ri­cana: pensi che il pun­tare a un bacino di pub­blico molto più vasto dell’Italia che va al cinema sia “giu­sta causa” delle licenze prese in sede di soggetto/sceneggiatura del film?
No. Dylan non è Ita­liano, è inglese. Le sue vicende sono uni­ver­sali, non legate alla nostra cul­tura. E dalla serie si pote­vano estra­po­lare una miriade di tema­ti­che per­fet­ta­mente alli­neate con i gusti d’oltreoceano. Quindi non si nascon­dano die­tro un dito: non c’era la volontà di fare un film ben costruito. E infatti il più grande difetto del film è l’essere sciatto. Dia­lo­ghi posticci e inef­fi­caci, script debole e tele­fo­nato. Nes­suna buona volontà.

Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="235" width="300" alt="Dylan Dog, il film: in sala con Paola Barbato >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-27935" />Io ho la sen­sa­zione netta che que­sto film sarà visto al 90% da per­sone che non hanno mai letto un albo di Dylan Dog. Rie­sci a imma­gi­nare cosa pen­se­re­sti di que­sto film se non avessi cono­sciuto (e con­vis­suto con lui per anni) Dylan?
Che è un fil­metto scritto male e reci­tato peg­gio. E che non mi farebbe venire nes­suna voglia di leg­gere il fumetto da cui è stato tratto. Sono sin­cera. Ho visto diversi film tratti da fumetti che non avevo mai letto. Alcune volte il fumetto l’ho preso, altre no. Dipende da quanto bene sia stato fatto il film. Lo stesso vale per i romanzi. Un buon lavoro è buono a pre­scin­dere dalla sua ori­gine. E que­sto film non è un buon lavoro.

Quanto pensi, lad­dove già online pro­ba­bil­mente si è potuto tastare il polso abba­stanza rapi­da­mente, siano delusi dalla tra­spo­si­zione gli appas­sio­nati let­tori di Dylan Dog?
Le aspet­ta­tive erano tal­mente basse che credo che la mag­gior parte di loro sia andata al cinema senza spe­rarci. Quindi saranno rima­sti delusi ma non erano impre­pa­rati. Piut­to­sto ora ci sarà una riva­lu­ta­zione di massa di “Del­la­morte Del­la­more”, fino ad oggi con­si­de­rato abba­stanza male dagli appas­sio­nati di Dylan Dog (seb­bene il pro­ta­go­ni­sta non sia lui, pur avendo molti punti in comune).

Soprag­giunti pro­blemi d’età per il per­fetto Rupert Eve­rett, il tuo Dylan cine­ma­to­gra­fico era ed è Adrien Brody. Che effetto ti ha fatto invece vedere Dylan inter­pre­tato dall’ex Super­man (ammesso tu abbia visto Super­man Returns)?
L’ho visto, e allora avevo rite­nuto che il para­gone con Chri­sto­pher Reeve reg­gesse. Non sono invece riu­scita a para­go­narlo a Eve­rett per­chè sem­pli­ce­mente non mi è sem­brato Dylan nem­meno per un attimo. Era Super­man vestito con jeans, cami­cia rossa e giacca nera. Man­cava la cabina tele­fo­nica, que­sto sì.

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Dyd “vit­tima” della cel­lu­loide nel mani­fe­sto del “DD Hor­ror Fest”

Dylan è pro­ta­go­ni­sta della scena fumet­ti­stica ita­liana da oltre un ven­ten­nio. Un eroe ano­malo che non fa mistero delle sue paure e delle sue debo­lezze, un per­so­nag­gio pieno di inte­ressi e ricco di sfac­cet­ta­ture. Quante di que­ste cose si pos­sono ritro­vare nel film a tuo giu­di­zio?
Ma per favore! Non basta met­tere in mano a un tizio un cla­ri­netto e un galeone stri­min­zito per farne un uomo dall’immenso pano­rama inte­riore come Dylan. Dov’era lo strug­gi­mento, l’autoironia, la malin­co­nia, la tene­rezza? Dov’erano la curio­sità, l’amore per l’ignoto, i libri, il cinema? Via, via, via.

Se in futuro doves­sero chie­derti di col­la­bo­rare con la ste­sura delle sce­neg­gia­tura di un nuovo film di Dylan accet­te­re­sti? Por­re­sti delle  con­di­zioni per te irri­nun­cia­bili rispetto alla sto­ria e ai per­so­naggi?
Da quando in qua io posso det­tare con­di­zioni su qual­cosa? Comun­que accet­te­rei, certo, e PROVEREI a fare qual­cosa, a dare il mio apporto, a met­tere quel che posso di Dylan nella sto­ria. Ci pro­ve­rei, come no. Voglio bene a Dylan Dog, ma sul serio.

Il tuo amico Dylan, che ha il merito di averti fatto appas­sio­nare ai fumetti con la sua capa­cità di sor­pren­derti sem­pre e farti sor­ri­dere e pen­sare, andrebbe a vedere il film che porta il suo nome? Cosa pen­se­rebbe dei per­so­naggi e dell’intreccio? Potrebbe essere un sog­getto per un albo? D’altronde, Julia, se non ricordo male nel suo uni­verso ha un tele­film a lei ispi­rato…
Pre­metto che leg­gevo i fumetti molto prima di cono­scere Dylan, dopo di che credo di sì, credo che Dylan andrebbe a vedersi. Non per nar­ci­si­smo, ma per curio­sità. Si arrab­bie­rebbe, rifiu­te­rebbe di andare al cinema, reste­rebbe ore davanti all’ingresso senza entrare ma alla fine lo vedrebbe. La curio­sità lo ha sem­pre sal­vato dal gri­giore della vita. Ma, a dif­fe­renza di Julia, Dylan non è abba­stanza ben­vo­luto dal suo uni­verso per­ché si fac­cia un film su di lui. In un film gli fareb­bero fare il cat­tivo, oppure sarebbe un film deni­gra­to­rio. Lui, agli occhi del “suo” mondo non è un eroe.


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