Magazine Cinema
L’assassino della porta accanto
Soggetto e sceneggiatura: Fabrizio Accatino
Disegni: Sergio Gerasi
Copertina: Angelo Stano
L'amore fa fare cose folli. Già al verde per conto suo Dylan abbandona Groucho a casa per passare intensi momento con la sua ultima fiamma. Si reca così in una piccola pensione di Edimburgo per starle vicino, nonostante lei sia sposata con un altro uomo e non abbia tempo di incontrarlo se non al giovedì pomeriggio, per poche ore. Nei, lunghi, momenti liberi Dylan, oltre a scrivere lettere alla sua innamorata, inizia a conoscere gli altri residenti nella pensione. Accanto ad una silenziosa signora coreana, un ragazzo scozzese ed una bella ragazza canadese (della quale lo scozzese è innamorato) vive il sig. Wilson. Un uomo riservato che nasconde un inquietante segreto, che nasconde un segreto più grosso. La passione del sig. Wilson è quella di catturare i topi in cantina e stritolarli con le sue mani. Il segreto ancora più recondito è che questa è una cura, che lui ha trovato per se, per non uscire alla sera a strangolare alla morte giovani donne. L'arrivo di Dylan, però, muterà il labile equilibrio psicologico dell'uomo e tutto potrà succedere.
I disegni di Sergio Gerasi spiazzano. Mi riportano alla mente quelli di Angelo Maria Ricci, un vecchi disegnatore di Martin Mystère, già dal numero 3 ed al quale erano stati affidati anche dei Bis ai bei tempi (ora lavora quasi esclusivamente per Diabolik). Tante volte il segno risulta essere ricercato ed insistito fino a quasi essere eccessivamente carico, ma dopo un po' ci si abitua e diviene anche piacevole.
La storia di Accatino parte instillando un po' di diffidenza, ma si risolve in modo non ovvio, anche un po' amaro, e quindi lascia soddisfatti. Un buon ritmo, buoni testi e buona interazione tra i personaggi non permettono di sentire la mancanza di Groucho. Inoltre, questa storia ci porta alla scoperta di un lato estremamente poetico e sdolcinato dell'Indagatore dell'Incubo ai più sconosciuto finora.
Ancora ammirevole la copertina di Angelo Stano. Evocativa, come molte delle sue ultime, ed azzeccata. Invecchiando il vino diventa più buono.
Un mix di elementi rendono questa storia un buon fumetto. Da leggere
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