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“Dylan Dog n. 74: Il lungo addio” – Mauro Marcheselli, Tiziano Sclavi, Carlo Ambrosini

Creato il 29 settembre 2011 da Temperamente

“Dylan Dog n. 74: Il lungo addio” – Mauro Marcheselli, Tiziano Sclavi, Carlo AmbrosiniIl mio contributo mensile era già pronto, attendeva solo di essere pubblicato. Poi, la mattina del 26 settembre, è giunta inaspettata la notizia della scomparsa del Maestro Sergio Bonelli, figlio di Gian Luigi, noto anche con lo pseudonimo di Guido Nolitta, creatore di personaggi come Zagor e Mister No. Un gigante per il quale non serve sprecare parole, perché il suo nome dice già tutto. Noi innamorati delle ‘nuvole parlanti’ abbiamo perso un punto di riferimento importante, l’editoria italiana rimane orfana di un esempio di stile, umiltà, creatività e lungimiranza.

Il minimo che potessi fare era dedicare il mio spazio su Temperamente a una delle più belle storie pubblicate dalla Sergio Bonelli Editore, non a caso Il lungo addio.

Arrivederci, signor Bonelli! E grazie di tutto!


Dylan Dog è giunto al venticinquesimo anno dalla pubblicazione della prima avventura dell’indagatore dell’incubo, L’alba dei morti viventi.

Sebbene le storie di misteri, mostri, enigmi e illusioni – nate dall’immaginazione di Tiziano Sclavi e rese negli anni da una lunga serie di eccellenti soggettisti e disegnatori – siano tutte di qualità elevatissima (a parte alcuni cedimenti comprensibili dovuti alla longevità della testata), di tanto in tanto ve n’è una che spicca sulle altre per potenza narrativa e impatto emozionale sul lettore. Il lungo addio è una di queste, ritenuta da pubblico e critica fra le vicende più belle della serie e idealmente rivolta a un pubblico femminile per la tematica sentimentale trattata.

Il titolo riprende uno dei capolavori di Raymond Chandler, caposaldo della letteratura noir; ma questo numero di Dylan Dog (il 74, per l’esattezza) spiazza e sorprende con una storia d’amore tenera e romantica, intrisa di ricordi, sensazioni e nostalgia.

Marina Kimball – forse il primo vero amore di un Dylan adolescente – bussa alla porta di Craven Road n.7 dopo vent’anni e, vittima di un’amnesia, non riesce a ricordare i motivi della sua presenza a Londra; chiede semplicemente di essere riaccompagnata a casa, a Moonlight. La donna, al suo canto del cigno, porta con sé i frammenti di un’estate giovanile perduta, riavvolti sul corso lento della memoria. Attraverso una statale deserta Dylan e Marina arriveranno al capolinea, per affrontare l’inevitabile epilogo.

Niente mostri, dunque, ad accompagnare il cammino dell’investigatore dell’occulto, ma un’angoscia più grande, quella del dolce fantasma di un lungo addio.

Perfino l’inarrestabile Groucho, che nessuno è riuscito a zittire neppure nelle situazioni più drammatiche, improvvisamente tace, si fa serio e compassato, quasi il maggiordomo ideale.

Il racconto è giocato sul piano di una dimensione onirica, surreale, tra presente e passato perfettamente incastrati in un unico tempo che si diverte a passare continuamente dai ricordi al presente. Lo scarto è evidente grazie alla matita felice dell’ottimo Carlo Ambrosini, che qui utilizza grigi morbidi e acquerellati per fissare il passato di questa storia d’amore, in contrasto netto con il bianco e nero con cui vengono quasi sempre inchiostrati questi albi.

Nel numero 74 il lettore scopre, tra l’altro, l’origine del maggiolone Volkswagen decapottabile e della vecchia pistola modello Bodeo di Dylan e soprattutto il momento esatto in cui quest’ultimo decide di diventare un indagatore dell’incubo.

Celebre è diventato negli anni anche il testo della canzone che Dylan dedica a Marina, una canzone senza titolo, anzi il titolo erano tre puntini di sospensione: «E lunghe ore a ingannarci così/a dire lui e lei, sempre gli altri/e i palliativi son sempre tanti/per non ammettere che siamo qui…».

Nato dalla mente di un Mauro Marcheselli in stato di grazia, ‘addomesticato’ da un sempre geniale Tiziano Sclavi, all’interno delle canoniche cento pagine, Il lungo addio ci consente di capire (o per lo meno ricordare) i motivi che negli anni Novanta hanno trasformato le avventure di Dylan Dog in un vero e proprio fenomeno di culto.

Angela Pansini

Mauro Marcheselli (soggetto), Tiziano Sclavi (sceneggiatura), Carlo Ambrosini (disegni), Angelo Stano (copertina), Dylan Dog n. 74: Il lungo addio, Sergio Bonelli Editore, 94 tavv. in b/n, € 2,70 (seconda ristampa luglio 1997)


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