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Dylan Dog - Ritratto di famiglia

Creato il 02 settembre 2011 da Flavio
Dylan Dog - Ritratto di famigliaDylan Dog n. 300, mensile
Ritratto di famiglia
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Angelo Stano
Colori: Studio Rudoni
Il futuro vede Londra invasa da non morti. Un autore di fumetti cerca di ritagliarsi un momento di tranquillità dalla realtà realizzando una storia di Dylan Dog. Una storia che inizia il un passato dove lui era solo un bambino nella Londra vittoriana figlio di un padre viaggiatore ed di una bellissima madre di nome Morgana.
Il presente sembra essere influenzato da quanto l'autore scriverà nel futuro. Dylan deciderà di tornare agli inizi della sua vita editoriale e tornare dove tutto ha avuto inizio, la notte dopo aver conosciuto Xabaras durante l'alba dei morti viventi.
Sinceramente mi ha più confuso che stupito questo albo celebrativo a colori, che cade un mese prima del 25 anniversario della comparsa in edicola del primo numero di Dylan Dog. Dal 1986 ad oggi se ne è fatta di strada, si sono narrate centinaia di storie dell'Indagatore dell'Incubo gettando anche qualche base per il suo passato. In questa storia tra l'onirico ed il reale si rivisitano alcuni episodi del passato dell'eroe, un atto d'omaggio verso i fedeli lettori che lo hanno seguito per 5 lustri, e si vivono le avventure del presente. Il tutto vuole essere coronamento e spiegazione degli albi celebrativi che hanno preceduto questo n°300 e fornire uno pseudo finale allla saga. La sensazione globale, però, è quella di una storia capitata li per forza. Lo stesso Ruju nelle pagine di sceneggiatura ammette che per creare delle storie devono anche essere messi espedienti casuali che stupiscano il lettore. In questo caso troviamo Sybil (vedi DD 1), Cagliostro e qualcun altro che saltano fuori all'improvviso senza apparente spiegazione. Alla fine aggiungiamo anche un dialogo tre le due eterne sorelle la Vita e la Morte ed abbiamo il quadro completo.
Se la sceneggiatura non convince del tutto non posso che esaltare il periodo di grazia che sta attraversando Angelo Stano. Da disegnatore che poco mi stupiva e che quasi mi sembrava svogliato, agli inizi, ora lo si può considerare un artista pieno e formato. Non solo per le copertine sempre più spettacolari e comunicative, ma anche per la costante alta qualità dei suoi disegni. Ricchi di dettagli e particolari sono il vero piacere della storia. Lo Studio Rudoni, con i suoi colori, non ammazza il tratto di Stano. Anzi, stranamente, in questo caso, esalta e dona profondità all'opera stessa. Il lavoro di colorazione mi ha convinto di più rispetto a quello svolto sul Color Fest, ma io continuo a preferire la prestazione di Chiara Fabbri Colabich, o la stessa dello Rudoni sul Fest precedente.
Un albo che si legge con difficoltà, per coglierlo a pieno forse restano necessarie almeno due letture, ricco di citazioni e riferimenti. Purtroppo mi aspettavo di più. Speravo in qualcosa di diverso, forse un nuovo inizio, forse un cambio di marcia.
Dylan Dog resta una delle mie letture fumettistiche preferite, certo farò a meno di ciò che non è Serie Regolare con i suoi Speciali, ma andrò avanti a leggerlo.

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