E comunque sappiate che essere moderni e connessi e tutte quelle cose lì non ci giustifica dal dire tutte le efferatezze che ci passano per la testa. Tanto è tutto online, è il refrain del momento, come se non bastasse un blackout per azzerare la memoria globale e hai voglia di quanti generatori o UPS ci vogliono. Che non è che me la sia presa, per carità, però che per tutto quello di cui non si ha più voglia si debba utilizzare per forza quel termine lì mi sembra poco delicato. Perché poi ci facciamo la figura di quelli che parlano come le pubblicità, facciamo le citazioni dei programmi televisivi più in voga, ripetiamo i tormentoni dei comici che fanno scompisciare dal ridere cani e porci quando poi ce la tiriamo con l’umorismo di Jacques Tati e i Monty Python e la satira che come la facciamo noi non la fa nessuno e poi non è satira ma solo parolacce e gente che si toglie le mutande in diretta. Insomma, abbiamo tutti voglia di cambiare, questo non significa che il primo che si auto-proclama rappresentante di chi anela al cambiamento si renda meritevole della nostra fiducia. Incarna i nostri valori o, almeno, cerca di smussarli proprio in virtù di quella modernità di cui sopra, del fatto che è tutto online, che siamo tutti connessi. E va bene che siamo arrugginiti, a furia di piangerci addosso i liquidi in eccesso hanno fatto la loro parte corrosiva. Ma a un certo punto, non so voi, ma ho come avuto l’impressione che si potesse avere una marcia in più, non nego anche per demerito dell’avversario. E in quel momento è arrivata la doccia fredda, ancora a proposito di cose che arrugginiscono e vanno a scapito della qualità. Tutto da rifare, mandiamo a casa l’apparato, non servite più, basta cambiamo. Io sono d’accordo, ma c’è modo e modo. Soprattutto, c’è persona e persona. Io, a quello lì, non gli darei nemmeno in mano le sedi del PD da dismettere con le sue cravatte e il suo modo di fare da agente immobiliare. E tutto sommato non esulto perché ha vinto l’uno, so benissimo che di certi problemi probabilmente non verremo a capo così facilmente. Sono soddisfatto però perché ha perso l’altro, perché proprio non ci azzeccava nemmeno lontanamente all’identità di questo partito. Quindi, a freddo, e con tutti i nervi e gli entusiasmi e le tensioni al loro posto, mai meglio di oggi ci sentiamo di dirlo, perché sarebbe stato ingiusto per un popolo che con passione può dare finalmente una svolta a questo paese. A lui e ai suoi modi, ancorché prima dei suoi programmi, va il nostro, e più sentito, rottama stocazzo. Via
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