Kristian Laferla quando era giovane
Meno male che ci sono le qualificazioni mondiali! Così le nazionali più blasonate sono costrette a disputare partite che altrimenti sarebbero considerate inutili e le piccole squadre possono fare gite nei paesi del dio pallone. Quest’anno, ad esempio, torniamo a incontrare Malta, uno degli esteri più vicini per italiani e italiane, ma per spiagge e sole e non certo per questioni calcistiche.
Per i romantici del calcio è una bella occasione per tastare il polso alla nazionale di calcio maltese, da quest’anno affidata a Pietro Ghedin, ex giocatore della Lazio e lunga carriera da allenatore in seconda della nazionale italiana. Avremo l’opportunità di scoprire chi sono, a quasi venti anni di distanza, i sostituti di Busuttil, Buttigieg e Laferla, di Degiorgio e dei fratelli Vella, di Gregory e del mitico portiere Bonello che gli spagnoli adorano per quel generoso 12-1 del novembre 1983.
Facciamo, però, un po’ di ordine. Malta l’abbiamo incontrata quattro volte nell’arco di soli sei anni. I primi due incontri, validi per le qualificazioni agli Europei del 1988, sono caratterizzati nel bene e nel male da Alessandro Altobelli. Nel dicembre del 1986 Riccardo Ferri e Spillo portano l’Italia avanti 2-0 al Ta’ Qali in soli venti minuti, poi Altobelli sbaglia due rigori, la nazionale di Vicini si perde un po’ e il risultato rimane invariato. Un mese dopo a Bergamo l’Italia è più in palla: segna cinque gol nel primo tempo con Bagni, Bergomi, Altobelli (2) e Vialli, poi tira il freno a mano. Il terzo gol è frutto di un’azione talmente bella che la RAI decide di usarlo come sigla per le partite dell’Italia: da Baresi a Cabrini sulla sinistra, palla a Dossena che crossa, Altobelli a centro area in girata mette la palla sotto la traversa.
24/03/1993, Vierchowod ha appena segnato il 3-0
Gli altri due incontri, validi per le qualificazioni a USA ’94, hanno invece un prologo triste. A poche ore all’inizio della partita in terra maltese il 19 dicembre 1992 arriva la notizia della morte per incidente stradale di Gianni Brera, uno che tra dialetto lombardo e boccate di pipa diceva cose spesso incomprensibili, ma che ha saputo e voluto dare al giornalismo sportivo un proprio linguaggio: celebri alcuni soprannomi da lui inventati quali Rombo di Tuono, Abatino e Bonimba (affibbiati rispettivamente a Gigi Riva, Rivera e Boninsegna), incredibile la capacità di coniare o risignificare parole come contropiede, libero o melina che oggi appartengono al bagaglio comune di ogni calciofilo.
Bruno Pizzul al microfono quel 19 dicembre è un po’ stordito, anche la nazionale sembra impacciata e così bisogna aspettare la ripresa per vedere i due gol di Vialli e Signori. Prima della fine Baresi viene espulso (all’estero era permesso), Laferla si fa parare da Pagliuca il rigore conseguente, poi Gregory segna all’89′ e corona così un’ottima prestazione della squadra maltese. Qualche mese dopo a Palermo è un’altra storia. L’Italia di Sacchi gioca senza risparmiarsi e ne rifila sei ai maltesi, che escono dal campo comunque soddisfatti per aver violato la porta di Pagliuca grazie a un rigore trasformato da Busuttil.
Dopo Vicini e Sacchi ora tocca a Prandelli. I precedenti dicono larga vittoria interna. Vedremo…
federico