Gent.ma Sig.ra Paola Concia,
Egregio Sig. Ivan Scalfarotto,
il disco di oggi, se permettete, vorrei dedicarlo a voi.
Si tratta di una canzonetta facile-facile, ma straordinariamente gradevole, che spopolava al Festivalbar e nei Juke Box di tutta Italia nel 1964, in quegli anni in cui ogni stagione veniva caratterizzata dalla nascita di un nuovo ballo destinato a durare un’estate e poi mai più: il Twist, l’Hully-Gully o, come in questo caso, il Surf.
Visto e considerato che, nonostante tutto, ancora aderite a un partito politico che ha fatto dei balletti sul posto la sua ragione politica primaria, mi sembra si presti benissimo alla situazione.
Les Surf, il gruppo in questione, erano sei fratelli del Madagascar che riscuotevano un bel successo nei lontani anni del boom economico italiano. E proprio 48 estati fa si presentarono alla kermesse di Vittorio Salvetti con la cover di un grosso successo di Dusty Springfield, “I only wanna be with you”, stravolta nel suo significato dagli autori di casa nostra e trasformata in “E adesso te ne puoi andare”.
Insomma un brano davvero adattissimo a commentare le scene della recente assemblea del PD.
Un po’ perché Dusty Springfield è una indiscussa icona gay britannica, ma soprattutto per quelle parole del testo che sono perfette per raccontare la vostra tormentata relazione coi dirigenti del vostro partito:
Se avessi detto sempre a me la verità
Noi oggi non saremmo a questo punto qua
Avrei risparmiato a questo cuor
L’amore che ho sprecato per offrirlo a te
Che niente mi puoi dar
E adesso te ne puoi andar.
Ho dato tutti i baci che potevo a te
A tutto ho rinunciato non lo so perché
Se avessi capito che tipo sei
Io non avrei bruciato tutti i sogni miei
Ma no, non ti scusar
E adesso te ne puoi andar
Oh sì certo.. lo so anche io… dare il benservito a Bersani e soci non servirà a liberarsene. E infatti il mio invito a levare le tende non è certo per il Segretario nei Casini… no… E’ voi che, con questo 45 giri estivo, vorrei esortare a girare i tacchi e a far perdere le vostre tracce.
Mi sembra che i fatti parlano chiari: la strategia della lotta dall’interno non serve. Anni e anni di militanza e di energie spese per la presunta (e presuntuosissima) sinistra italiana non vi hanno ripagato degli sforzi. Si continua a parlare di voi come una minoranza attaccata a problemi che non interessano il paese.
A che scopo perseverare? Perché insistere ulteriormente?
Tu puoi riprovare ancor
A ritornar da me
Ma ormai questo amor
Non tornerà mai più
Insomma… io dico: lasciate perdere… cercate una strada alternativa fuori da chi ha molto più a che fare coi pensieri sinistri che con quelli di sinistra.
Lasciatevi trascinare dal ritmettino coinvolgente dei Surf, guardatevi in faccia tra voi due, e cantatevi il magico refrain: “E adesso te ne puoi andar”.
Io credo sia davvero la scelta migliore.
Oh certo… i Surf non lo vinsero il Festivalbar, nel 1964, la loro era solo una canzoncina estiva destinata a non passare alla storia. Ma anche voi, lasciando le cose come state fino ad ora, non farete molta strada. Non è rimanendo a combattere i mulini a vento del PD che i vostri stanchi ritornelli si aggiudicheranno il Premio Bindi.