E' arrivata mia figlia
Creato il 03 giugno 2015 da Veripaccheri
E' arrivata mia figlia
di Anna Muylaert
con Regina Case, Michel Joelsas, Camila Márdila, Karine Teles
Brasile, 2015
genere, commedia, drammatico
durata, 114'
Nessuno
poteva
immaginarlo e invece succede che a risollevare le sorti stagionali del
più bisfrattato dei generi ci pensino due piccoli film, prodotti e
realizzati
nelle periferie del cinema che conta. Stiamo parlando di “Sarà il mio
tipo?”
del belga Luca Belvaux, ancora presente nelle sale italiane, e adesso di
“E’
arrivata mia figlia” della brasiliana Anna Muylaert, presentato con
successo al
Sundance 2015 e poi al Festival di Berlino, dove ha vinto il premio del pubblico. E non poteva essere
altrimenti,
talmente alto è il tasso d’empatia dei personaggi di una storia che ha
il
pregio di far sorridere senza perdere di vista i fermenti di un paese in
via di
trasformazione. Il film racconta di Val, governante efficiente e
premurosa di
una ricca famiglia borghese che, ad un certo punto, riceve la visita
della figlia
Jessica, arrivata a San Paolo per sostenere gli esami di ammissione
all'università. Separate da lungo tempo e costrette a convivere nella
casa dei
padroni, madre e figlia non tarderanno a coinvolgere il resto del
consesso in
un confronto di punti di vista apparentemente inconciliabili.
La
Muylaert dimostra di conoscere le regole del genere e di saperle come
metterle in
pratica. Infatti, portando sullo schermo uno scontro di caratteri, “E’
arrivata mia
figlia” si preoccupa di supportare il protagonismo dei personaggi con
sceneggiatura cronometrica e capace di conferire ritmo alla storia senza
privarla
delle dovute sfumature; che, soprattutto nel rapporto tra le due donne e
i vari
componenti che completano una sorta di famiglia allargata, riesce a
ricreare un laboratorio in cui
è possibile cogliere una miniatura della società brasiliana, con la
decadenza
della classe dirigente, rappresentata nella fragilità emotiva e nella
mancanza
di coesione della famiglia borghese, contrapposta alla freschezza del
nuovo che
avanza, impersonato dalla sfacciata intelligenza di Jessica, al
contrario del
genitore, per nulla disposta a rinunciare ai sogni di un futuro diverso e
migliore.
A
questo la regista aggiunge un attenzione formale davvero inedita per
questo tipo
di prodotti, riuscendo a costruire delle immagini che da sole
restituiscono la
dimensione interiore dei personaggi e in particolare di Val, la vera
protagonista del film, di cui la Muylaert restituisce la mentalità
sottomessa e chiusa, riprendendo spesso la donna incornicità tra le mura
di casa o soffocata da vetri e inferiate che sembrano imprigionanarla
all'interno degli ambienti. Forma e sostanza dunque per una della
sorprese più interessanti di quest'ultimo periodo.
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