E-book, questi costosi
E-book. Ultimamente se ne sente parlare spesso, sono diventati una vera e propria realtà anche in questo paese retrogrado sotto parecchi aspetti, eppure anche in Italia ci sono sempre più persone che oramai si affidano solamente a lettori digitali per avventurarsi nelle pagine di racconti, romanzi e anche giornali di qualsiasi tipo.
Esistono tantissimi tipi di lettori di e-book, da quelli più costosi dotati delle più disparate funzioni a quelli più economici, semplici ma che comunque svolgono il loro lavoro egregiamente.Il loro peso è irrisorio – stessa cosa purtroppo non si può dire di un libro cartaceo – quindi è molto più comodo per chi si sposta spesso e non ha bisogno di ulteriori bagagli da portarsi appresso. E’ facile da usare grazie al touch screen, occorre solo un po’ di pratica i primi giorni e il gioco è fatto.
Nello stesso apparecchio possono essere scaricati tantissimi romanzi, una vera e propria biblioteca che non rischierà di finire bruciacchiata, rovinata, bucherellata perché al gatto è venuto in mente di farcisi le unghie sopra, e tutta un’altra lista di disgrazia che potrebbero più o meno avvenire.
Grazie ai segnalibri è anche facile tenere sempre a mente la pagina in cui ci siamo fermati, è in sostanza una valida alternativa per chi non ha certo la possibilità avere sempre tra le mani tutti i libri di cui ha bisogno o che desidererebbe.
Inoltre gli e-book hanno prezzi inferiori ai cartacei. Si spera.
Esattamente, pare che, dato che il formato digitale è stato ormai sdoganato su suolo italico, la speculazione sia già iniziata. Non per niente ci siamo ritrovati a cercare romanzi scaricabili e li abbiamo trovati. A 14 euro.
Quattordici euro per un pugno di pagine elettroniche.
La faccenda ha un che di folle.
Ricapitoliamo.
Le pubblicazioni cartacee spesso hanno prezzi piuttosto alti per svariati motivi: la carta su cui vengono stampate, l’inchiostro usato in serie, poi la differenza tra le varie copertine – rigide, semirigide, morbide e così via – per non parlare poi dei costi che pretendono le agenzie di distribuzione e gli spazi espositivi nel caso si voglia presentare in una qualsiasi fiera. Inoltre anche i costi di magazzino in cui i libri vengono tenuti, tutti fattori che in un modo o nell’altro concorrono a far lievitare i prezzi.
E’ vero che anche su queste cose ci sarebbe da discutere, ma comunque una giustificazione c’è.
Non credeteci. Gli autori italiani prendono una percentuale a dir poco misera sulle proprie opere, quindi scartiamo pure quest’ipotesi; e nel caso di traduzioni è quasi ridicolo credere che i costi si alzino a tal punto.
Non ci sono spese materiali a carico della casa editrice da poter paragonare neppure lontanamente alla produzione per un cartaceo, quindi l’unica cosa di cui si possa parlare è speculazione.
Dato che ora il digitale sta prendendo piede si cerca in tutti i modi di lucrarci un “poco” - tra virgolette perché un vero “poco” sarebbe far pagare 6/7 euro, non certo 14 - non siamo nuovi a queste manovre, ma diciamo che la cosa lascia spiazzati.
E’ una truffa, nient’altro che espedienti per guadagnare alle spalle dei pochi lettori che ancora esistono in Italia e a cui piacerebbe poter contare su prezzi quantomeno onesti per tenersi al passo con la letteratura.
Si spera che questi aumenti vertiginosi si limitino ad essere soltanto eccezioni e non regole.