Avevo ragione! ho sempre pensato che, seppur in perfetto anonimato la vita ce l’hanno cambiata davvero. Poi osservando alcuni oggetti dall’aspetto apparentemente insignificante, quelli che si ritrovano quando decidi di rovistare nei vecchi cassetti, mi chiedo se chi li progettò avesse la benché minima idea che alcuni di essi sarebbero poi diventati oggetti cult. Ma soprattutto l’autore di Rana, pensò veramente di giocare con il glamour del simpatico anfibio?
Forse non avrò mai risposta. Certo esiste un osservatore perspicace e curioso, un ricercatore e collezionista. Franco Clivio, designer svizzero, ha raccolto quegli oggetti, oltre 1000, anonimi solo per pregiudizio ma dalle straordinarie caratteristiche funzionali e estetiche. Da questa collezione ne deriva uno straordinario atlante di cultura materiale, come sostiene Silvana Annichiarico, direttore del Triennale Design Museum. Ebbene si, ieri ho fatto ancora un salto in Triennale dove da giovedì scorso e fino al 14 settembre, c’è No Name Design, una mostra che mi fa girar la testa!
Grucce, pinzatrici, forbici, occhiali, coltelli, martelli, rasoi, sbagliato chiamarli oggetti insignificanti, sono fatti con arte, passione, competenza. Sono ingegnosi, intelligenti e, guardandoli oggi, anche belli. Si, bellezza indiscutibile, gli occhi vanno a mille, quanti ne riconosco e quanti ne ho avuti. Se mi mettessi a rovistare, sono convinto, da accumulatore seriale quale sono, ne troverei non pochi.
Clivio passa al setaccio e da diversi decenni, rigattieri, ferramenta, mercatini, magazzini e compone con cura, una raccolta che omaggia il genio artigiano, da sempre alla ricerca di soluzioni per il vivere quotidiano.
A cavallo di ogni epoca o tendenza, trasversali allo stile e al gusto contemporaneo alcuni sembrano non voler proprio farsi da parte. Mai obsoleti, sempre in forma, quella che rimane e che spesso viene replicata.
Alcuni fatti con materiali naturali, altri stampati. Alcuni prodotti industrialmente altri artigianalmente. Hanno gran fascino da sfoderare, sottolineano il nostro legame con il tempo. Hanno tutti una storia da raccontare, certe volte raccontano anche la nostra.