"Con lo Statuto dei Lavoratori ci sarebbero meno posti di lavoro", ha pontificato il "buon" premier Monti, non si sa se per convinzione propria o per sperare di darla a bere a qualcuno.
Che sia una fesseria colossale, non serve un genio per capirlo, ma proviamo a spiegarlo lo stesso a chi, ancora oggi, si ostina a dar retta a queste stupidaggini. In questi stessi giorni, Eurostat e Istat certificano il crollo della produzione industriale: -7%, rispetto allo scorso anno. Lo dimostrano i fatti, l'Italia non cresce, anzi è in piena recessione economica, totalmente priva, ormai da anni, di una elementare politica industriale a lungo termine: nel caso Ilva, si è arrivati alla goccia che fa traboccare il vaso, dimenticandosi che si sarebbe potuto intervenire anni fa, senza costringere Taranto a scegliere tra salute e lavoro; solo oggi si scopre che il famoso e famigerato progetto "Fabbrica Italia" è irrealizzabile, quando già dalla sua presentazione era fin troppo evidente che Marchionne mirava a spostare il baricentro della Fiat a Detroit, dirottando gran parte degli investimenti verso la Chrysler; solo con il turismo saremmo ricchissimi, grazie ad un Paese unico nel suo genere (mare cristallino, montagne splendide, città d'arte, Roma centro della cristianità, cucina da guinness dei primati) e invece assistiamo impotenti al crollo di Pompei, alla costruzione di ecomostri ed alle idiozie di chi dice "La cultura non si mangia".
Manca una seria politica industriale, quindi, ma non solo. I problemi sono tanti e gravi: burocrazia e inefficienze (da quanti anni si parla di Pubblica Amministrazione online e siamo ancora fermi a carta, timbri e bollo?); corruzione e privilegi (ogni giorno politici, imprenditori e faccendieri ci regalano nuovi scandali su come si sprecano soldi e risorse dello Stato); tassazione smisurata su lavoro, famiglie e imprese (purtroppo necessaria, altrimenti, con il debito pubblico ormai al 120%, il Paese fallirebbe domattina); mancanza di innovazione (spendiamo solo l'1,2% del PIL in ricerca) e di un mercato competitivo, causato da monopoli di fatto (Mediaset nella tv, Trenitalia nel trasporto ferroviario, Enel nell'energia) e cartelli neanche troppo nascosti (banche e assicurazioni con i costi più alti d'Europa); totale mancanza di collegamento tra mondo dell'istruzione e del lavoro e fuga dei cervelli ormai inarrestabile. Di tutti questi problemi, quale è stato, non dico risolto, ma almeno affrontato seriamente dal Governo Monti? NESSUNO! E' tutto questo che genera disoccupazione: darne la colpa al defunto Articolo 18 è come darne la colpa ai marziani.
L'Italia di oggi è come una nave piena di buchi, che imbarca acqua; Monti si è limitato a togliere un po' d'acqua, ma non ha tappato le falle, ergo l'affondamento è solo rimandato. Non è così che si salva il Paese: così si cercano solo delle scuse, perchè non si è fatto il necessario.