Magazine Diario personale

E di nuovo cambio casa, di nuovo cambiano le cose

Da Iomemestessa

Questo nuovo anno, ha portato con sé molte consapevolezze.

Cose senz’altro presenti da tempo, una sorta di magma che ha trovato una sua strada per uscire. Se ciò sia un bene o un male, difficile, difficilissimo a dirsi. Il tempo, forse, potrà dare un giudizio.

Mi rendo pur conto di non rendere le cose facili a quanti mi circondano, ma, in questo momento, non posso (e non voglio, a dirla tutta) preoccuparmi di e per loro. E’ venuto il mio tempo. Quest’anno son quarant’anni. E, di quelli vissuti in coscienza (che son molti, m’han fatta crescere presto), la maggior parte li ho trascorsi a soddisfare sogni ed aspirazioni non mie.

In queste settimane mi sto riappropriando di parti di me che credevo sepolte (annullate? sì, probabilmente annullate) in nome di più alti interessi, essenzialmente economici.

Il senso, per dirla in maniera sgrezza ma concreta, è che mi sono rotta il cazzo.

Sono stata una persona di grandi passioni civili, di molteplici interessi, di discreta creatività. Mi ero simpatica. Mi stimavo, anche, a giorni alterni. Invece, questo ectoplasma che da qualche anno porto in giro, mi sta discretamente sui coglioni.

E, quel che è peggio, è privo di quella leggerezza che mi portò a far bene molte cose, tra cui il mio lavoro. Perchè alla fine, la gente, dopo un po’, se ne accorge che ne hai le palle piene.

Effetti di questo continuo son rimbalzati anche su questo spazio. D’altro, lo dice già il titolo. Io, me e me stessa. Vita e blog qui son sempre andati in parallelo.

Ecco, se mi penso quest’anno vedo più politica, più impegno, più cazzeggio (che son sempre stata una gran cazzara, e anche questa vena, nel tempo s’è appannata).

Cerco nuove idee, nuovi progetti. Li cercavo anche prima, sempre temendo di pregiudicare l’esistente. Ecco, forse oggi ho meno timori.

Come scrive Jules Bonnot*, su un quaderno a quadretti, nel bellissimo ‘In ogni caso nessun rimorso’ di Pino Cacucci: “… Dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? Forse. Ma non ho rimorsi. Rimpianti sì, ma in ogni caso nessun rimorso…”

*Jules Bonnot, operaio, autista di Conan Doyle, e amante dell’automobile (il primo ad usarla durante le rapine), poi anarchico sanguinario

 


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