Magazine Diario personale

It won’t be easy, you’ll think it strange, when I try to explain how I feel

Creato il 14 luglio 2014 da Iomemestessa

Questo è un post che nasce da un commento della ‘povna, ‘povna che se non ci fosse, bisognerebbe inventarla, ma anche inventandocela, non verrebbe così bene.

Dice giustamente che l’Argentina è, ed è sempre stata, ignobile (intesa come squadra, ovviamente)

L’albiceleste è sempre stata formata da manipoli di eroi senza gloria. Di gente spessissimo al limite. Di gente che, nei salotti buoni (ma anche in quelli un po’ così), mica la fanno sedere, anche perchè, minimo minimo rutterebbero e toccherebbero il culo alle signore.

Maradona, Caniggia, Pumpido, Valdano, Burruchaga, Passarella, Diaz. Praticamente un casellario giudiziario.

Amare gente così, è tanta roba, roba che costa sforzo, mica paglia. Ignobili? Ignobili. Ivi compreso il c.t. più amato d’Argentina, quel Carlos Bilardo che li portò tra l’86 e il ’90 due volte a giocarsela sul tetto del mondo.

E più di tutti, costa sforzo reprimere il desiderio, prepotente, di ammollare due ceffoni al ghigno di Maradona. Quel ghigno che ormai si è trasformato in una smorfia contratta. Una faccia gonfia, di troppi farmaci, troppi stravizi, troppa vita. Troppo tutto.

Demasiado corazon, titolava tempo fa Pino Cacucci. Demasiado corazon. E pare il manifesto programmatico dell’America Latina, quella con le vene aperte, per dirla con Eduardo Galeano.

Amare l’albiceleste è un esercizio di stile, una professione di fede. E’ amarli al di là dei loro pochi pregi e dei loro scarsi meriti. Una fatica immane per chi, nella norma, fa dell’etica un codice di comportamento.

E’ vero che tifare un Paese, soprattutto se lo senti un po’ casa, si può e non è la stessa cosa che tifare la sua nazionale di calcio. Ma tifare per il paese Argentina, ecco,non può prescindere dall’albiceleste.

Perchè in quei vicoli di Rosario, Buenos Aires, San Juan, dove non tutto ma molto è povertà e stracci, e ignoranza, e sopravvivenza pura, la vita che pulsa, il mondo tutto, ruota intorno a una sfera che rotola. E ben venga l’albiceleste, se può dargli l’illusione, per una notte di essere sul tetto del mondo, loro che per lo più giacciono all’inferno (in terra).

E allora Que viva la Albiceleste! Que viva siempre!

E pazienza se Diego Armando è sempre più bolso, sboccato, volgare, inutile macchietta di se stesso che si trascina su un palcoscenico dalle assi logore.

Pazienza se Messi, in realtà è un buon giocatore, ma non un leader, né un trascinatore, uno che di Dieguito non avrà mai l’energia, e di Passarella la presenza fisica. In fin dei conti, un piccoletto che regge poco la tensione e ogni tanto s’apparta a bordo campo per vomitare.

Hanno vinto i tedeschi, meritando, perchè sono i migliori. Ma io guardavo gli albiceleste, e una schiera di descamisados, dietro di loro. E pensavo, i tedeschi hanno già tutto, alzeranno la coppa e li renderà felici una sera. Questi non hanno un cazzo, alzeranno la coppa, e ci camperanno di felicità un anno.

 


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