E finalmente Mantova.

Creato il 11 settembre 2011 da Elenatorresani

Daniele Bresciani introduce Margaret Mazzantini

Mantova quest’anno ci ha accolto con un caldo quasi insopportabile, facendosi perdonare solo grazie alle parole che ha lasciato fluttuare in ogni angolo della città con orgogliosa noncuranza.
Abbiamo passato ore in coda, pagando lo scotto per aver perso le prenotazioni on-line, seduti sui sassi dei cortili di Palazzo Ducale, contemplando la bellezza dei palazzi intorno e perdendoci in chiacchiere bruciagola fino all’imbrunire.

Aspettando Margaret Mazzantini

È stato schiacciacuore ascoltare la Mazzantini parlare dei suoi libri: questa donna circondata da centinaia di lettori, che molti definiscono fredda e antipatica, a me risulta sempre capace di una poesia verbale rarissima e travolgente. E il mio cuore ha perso un battito sentendo che tra poco uscirà un film dedicato a “Venuto al mondo” e girato in parte a Sarajevo.

Ho trovato quasi tutto per errore, non ho mai pensato. Devi fidarti di ciò che non conosci”

“Sono tornata a casa da Sarajevo e ho pensato: non ce la posso fare, non ce la farò mai. Poi ho provato”

Parlando di Penelope Cruz, protagonista di “Non ti muovere” e del prossimo “Venuto al mondo”: “E’ capace di spogliarsi di tutto e di essere miserabile. Ama il fango”

Margaret Mazzantini, 10 settembre 2011, Festival della Letteratura di Mantova

E poi, perdendo Severgnini e Gratteri per questione di tempo (ma fortunatamente li avevo già ascoltati al Festival del giornalismo di Perugia), siamo volati da Caterina Cavina (giornalista e scrittrice, autrice – tra gli altri – di “Le ciccione lo fanno meglio”) e Lorella Zanardo (autrice del video “Il Corpo delle donne”). L’incontro dedicato all’attuale violenza sulle donne è stato capace di sviscerare in un’ora soltanto, grazie all’esperienza e all’ironia della Cavina e alla grande preparazione della Zanardo, la situazione tragica delle donne italiane.

Caterina Cavina - Annamaria Crispino - Lorella Zanardo

Non dimenticando i libri della Murgia e della Soffici di cui vi ho parlato qualche tempo fa, ho ascoltato con persistente sgomento la descrizione del nostro panorama nazionale: l’assenza di capacità di reazione, l’assenza di un’agenda politica e sociale dedicata ai problemi di genere, i tagli sociali di cui ci dobbiamo fare carico, la ricerca deleteria del consenso sociale, l’incapacità di dire no.
E mentre la Cavina sottolineava il fulcro della questione identitaria (“prima di essere grassa sono molti altri aggettivi”) e invitava al rifiuto categorico degli stereotipi (“siamo noi a scegliere ciò che vogliamo essere”), la Zanardo proponeva non solo l’atto rivoluzionario di spegnere la televisione o una doverosa educazione alla visione critica, ma invitava le donne italiane sopra i 60 anni (che rappresentano l’unico vero welfare nazionale) a scioperare un giorno, un giorno solo, e mandare la società in corto circuito: per niente altro che non sia, almeno, un doveroso grazie che lo stato non ha mai detto loro.

Una galleria d'arte del centro di Mantova (senza esposto il nome dell'artista)

Il tutto senza dimenticare i ragazzi, quegli adolescenti che rivendicano l’assenza di una figura maschile di riferimento valida in questo paese miserabile: esigenza che quasi sparisce di fronte alla situazione tragica delle loro coetanee, ma che loro rivendicano a gran voce durante gli incontri e dibattiti che la Zanardo tiene nelle scuole.
E poi si è fatta sera, e con la gola in fiamme, i piedi dolenti e l’anima gonfia, siamo rientrati nella Piccola Città di C., con la promessa di rivederci nel 2012: chissà se ce la faremo a prenotare on-line l’anno prossimo, per la miseria.

emblematico


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