Alla fine doveva pur succedere, considerando la politica di google e gli obiettivi proposti dal sistema operativo e, soprattutto, dalla scelta di microsoft di sviluppare un sistema come il win 8, ritenuto poco “basic friendly”, almeno per il ramo “principiante” dell’ utenza informatica.
Era solo questione di tempo prima che l’ utente desktop trovasse in questo basico e limitato sistema tutto quello di cui aveva bisogno, a poco prezzo e senza dover affrontare le interfacce touch complesse o le interfacce semplici, ma vendute a caro prezzo.
Come era questione di tempo che qualcuno dicesse a gran voce “oh che noia il mondo dei Tablet, voglio provare nuove esperienze!!!“
Di cosa sto parlando?
Parlo di una notizia che sta circolando in rete, riguardo le vendite dei cosiddetti Chromebook, i mini pc e i mini portatili inventati da google per creare una sua visione simil-desktop, centrata interamente sui servizi offerti dal web html5.
Sembra infatti che le vendite dei suddetti apparecchi siano aumentate di una buona percentuale rispetto agli scorsi anni, dove le precedenti poche vendite (sul territorio americano in particolare) non facevano sperare in bene sulla sorte futura del progetto.
Secondo le fonti, in questo secondo trimestre del 2014, sono stati venduti più di 1,8 milioni di Chromebook, il che è un bel passo in avanti rispetto alle 1, 7 milioni di unità in un’ intero anno 2013 e alle misere 400.000 del 2012.
Cosa interessante, queste vendite sono capitanate da Acer, non da Asus o Samsung, le due aziende predilette di google per quanto riguardano i Chromebook (e, diciamolo, gli Android).
Ma come mai una tecnologia da sempre mal vista dalla clientela, sia informatica che consumistica, ha aumentato di così tanto le sue vendite, così all’ improvviso, considerando che sino a poco tempo fa tutti parlavano di flop?
Partiamo innanzitutto dalle basi, facendoci un’ idea di cosa sia.
Nati con un sistema operativo basato su Linux, il cosiddetto Chrome Os, i Chromebook nacquero come sistemi mobile che sfruttano protocolli “internettiani”, offrendo all’ utente un’ intero parco applicativo dello store di chrome web browser.
Un sistema operativo che non sfrutta pacchetti o eseguibili, ma solamente un formato scritto in html5, java e CSS.
Progetto interessante, ma soprattutto funzionale e conveniente rispetto a un comune Netbook o Tablet di pari prezzo, perché grazie alla strategia del formato html5 è possibile creare un prodotto con poche risorse hardware, dato che questo formato estremamente leggero sfrutta un motore di rendering basato su formati cloud.
Infatti il meccanismo di sistemi come questo, o il suo concorrente mobile Firefox Os, permette alle case produttrici di:
- Risparmiare sulle prestazioni, dato che non c’è l’ obbligo di pompare il prodotto con quadcore o potenti nvidia con accelerazioni grafiche elevate, ma basta un ‘ architettura da netbook o da tablet per sfruttare chrome os senza troppi problemi.
- Risparmiare sulla memoria interna, dato che html5 occupa un decimo dello spazio su disco rispetto a un comune .exe, senza dimenticare poi la totale gestione di documenti e foto tramite storage cloud, che rendono superfluo qualsiasi costoso disco da 500gb o 1t SSD a favore di un piccolo 16 – 32gb SSD.
- Creare un prodotto che, non facendo pagare hardware e software, permette alle case di A)spendere un po di più sulla qualità della batteria che, grazie anche al sistema leggero e ai processori poco energivori, raggiunge un’ ottima autonomia. B)spendere un po di più sulla cura della scocca e dei materiali. Infatti con 300 euro è possibile acquistare Chromebook con una scocca che raggiunge gli standard qualitativi degli Ultrabook.
Il tutto sfruttando i pregi di un sistema Opensource (secondo politiche google), abbastanza desktop per ricordare win 7 ma abbastanza mobile per accontentare l’ utenza di Tablet3g (surface e compagni) che non hanno apprezzato il nuovo os di microsoft.
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Certo, tecnicamente parlando tutto va a favore del Chromebook, ma all’ atto pratico non possiamo dire la stessa cosa, perché anche se il lato hardware è vantaggioso, il lato software è tutto il contrario.
Infatti, anche se il software non manca, stiamo pur sempre parlando di web apps, quindi:
- I giochi sono quasi gli stessi di Android, e anche se qualche sviluppatore (Mozilla tipo) tenta di sfruttare a pieno le potenzialità di html5 per renderizzare giochi come dungeon defenders, mancano sempre piattaforme chiave come Steam.
- Le app di ufficio ci sono, tra cui il pacco ufficio di google, ma grazie alla loro natura cloud, non possono competere con un comune Libre Office, figuriamoci contro il sempre richiesto Microsoft office, che non è nemmeno presente sullo Store di Chrome in versione online.
- Occorre quasi sempre una connessione a Internet per sfruttare determinate applicazioni.
Per non parlare poi della quasi totale presenza di software Google, che non a tutti può piacere essendo un pò “invasivo” rispetto alla concorrenza (che può essere in parte bypassata da Chromium Os, la sua anima ancora più Open), la visione troppo Internettiana del sistema, che può limitare le concezioni di Desktop a cui siamo abituati (come le -cartelle, cartelle ovunque- sulla schermata principale) e la potenza risicata che i processori e, soprattutto, il sistema hanno.
Per non parlare della visione Linux dell’ insieme, che spinge l’ utente a “partizionare” la memoria mettendo Ubuntu e simili (cosa comunque abbastanza facile e indolore da fare), rendendo vana la presenza di Chrome Os sul sistema.
Per questi motivi, infatti, tutti hanno snobbato il Chromebook, preferendo Netbook e tablet3g di pari prezzo.
Una preferenza che, a quanto pare, sembra stia lentamente cambiando, come hanno potuto dimostrare le vendite di questo secondo trimestre, che vedono sempre più i Chromebook “dominare” sui Device comuni con Android, iOS e Windows.
Ma cosa è cambiato in questo periodo? Cosa ha mutato il pensiero della gente, tanto da spingerla a considerare questa tecnologia?
Le ipotesi ci suggeriscono tre semplici motivi, che concatenati insieme ci danno un’ idea più chiara della situazione:
- Voglia di diversità.
- Voglia di scappare da Win.
- Voglia di fare le-cose-basiche con prodotti Low Cost.
La prima ipotesi nasce osservando le vendite dei Tablet, iPad e Tablet3g sul mercato, dove si, abbiamo assistito a delle buone vendite degli Android da 10 pollici, ma abbiamo assistito anche a una flessione del mercato degli 8 pollici in giù, degli iPad di tutte le misure e dei windows 8 in generale (anche se Surface qualche cosa la sta vendendo).
La causa di tutti questo è da attribuirsi alla scarsa varietà del panorama Tablet, che in confronto a quello degli smartphone, che sa sempre offrire qualche diavoleria originale, ardita, politicamente scorretta eccetera, soffre più facilmente di staticità.
Quindi per colpa di Apple con gli iPad che cambiano solo di UI e forma proponendo sempre la stessa minestra, per colpa delle case produttrici di sistemi Android che commettono gli stessi errori dei prodotti Apple con il plus della eterna scarsa ottimizzazione dello store, per colpa delle case che utilizzano Windows 8 che dopo un promettente iniziò con forme geometriche snodabili e esplosive si sono fermate, per colpa dei sistemi alternativi che muoiono (Vivaldi) o tardano (firefox os tablet) o nemmeno loro sanno quando concretizzarsi (blackberry 10), il mercato si ferma e le persone non si sentono motivate a comprare nuovi prodotti, ne per necessità di upgrade, ne per ansia spasmodica da “romantico informatico”, preferendo o rimanere con i loro device di vecchia generazione che “tanto fanno le stesse cose che fanno i nuovi” o, in questo caso, provando nuovi alternativi orizzonti, come appunto Chromebook.
E parlando del secondo punto, di alternative , uno dei motivi che possono aver convinto l’ utenza è la fuga da, in particolare, windows 8, il cosiddetto pomo della discorda tra gli utenti e la nuova concezione di sistemi desktop su notebook-netbook, che offre una via di mezzo si interessante, ma troppo complessa per alcuni, per quanto riguarda la gestione della UI.
Chrome Os, in confronto a W8, risulta essere un sistema più semplice e basico, che offre tante soluzioni ridotte e che propone, intelligentemente possiamo dire, una Ui con la forma di windows 7 (in alcuni punti, almeno, come la simil dock), in modo che il passaggio tra i due sistemi sia indolore.
Quindi, considerando come terzo punto una particolare ricerca di un sistema che non sia come win8, ma che costi alla pari o di meno limando una fascia di mercato dove, per ragioni di difficoltà e di prezzo elevato, Linux” puro” e OSX non sono richiesti, possiamo farci un’ idea del perché l’ utenza stia affrontando questo tipo di apparecchio.
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Certo, molti di voi penseranno le solite cose, sulla effettiva inutilità del prodotto, sulla sua scarsa elasticità come Linux, sulla sua impossibile esistenza negli uffici eccetera eccetera, sottolineando come, proprio per questo motivi, le sue vendite verranno presto abbattute dai nuovi Os di Apple, dai nuovi Android, dal futuro win9 che sembra proporre una modern UI più basica e dai nuovi sistemi in sviluppo che forse stanno arrivando.
E probabilmente avete anche ragione, ma considerate una cosa che può fare la differenza in questo contesto: La onnipresente utenza” basica”, che utilizza i sistemi operativi desktop come se fossero sistemi mobile, sfruttando il loro potenziale per la sola navigazione web, interazione con i social, raccolta di immagini e giochi di intrattenimento.
In un futuro remoto, un possibile utente N, interessato a siti come Facebook, Youtube, Twitter eccetera, alla raccolta di foto di famiglia e alla navigazione Web in generale da effettuare con un prodotto buono, bello, semplice e poco costoso, che cosa potrebbe comprare?
- Un windows sempre più complicato?
- Un Mac sempre più costoso?
- Un Linux sempre più da configurare?
- Un’ Android e un iOS sempre più noiosi e ripetitivi?
O opterà per una nuova alternativa che, anche se tecnicamente è limitata, almeno sull’ atto pratico gli offre tutto quello che gli può servire?
Come sempre, stiamo parlando di ipotesi e logiche plausibili, ma la storia insegna che i sistemi attuali sono sempre cresciuti ai danni di altri mondi che, a un certo punto, non sono più riusciti a rinnovarsi o hanno affrontato un periodo di magra offrendo poca novità.
Tante volte abbiamo detto che Windows Mobile cresce sfruttando la noia di Galaxy, che a sua volta sfruttava la noia di iOS, che a sua volta sfruttava la noia di Blackberry che a sua volta sfruttava la noia di Nokia e Motorola, che a loro volta blahblah.
E probabilmente, questa volta diremo lo stesso per i Chromebook, che sono riusciti nel loro misero e piccolo mondo Googleiano a offrire una breve boccata di aria fresca al mondo informatico.
Ci sarà futuro per il Chromebook? Solo il passar dei mesi ce lo diranno. Mesi che, da quello che possiamo vedere, non sembrano nemmeno cosi tanti da contare.
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… E dopo che le mele marcirono a opera dell’ albero caduto, dopo che le finestre si ruppero sotto i colpi dei mortai, dopo che i pinguini morirono sommersi dalle proprie bandiere e dopo che i Robottini vennero pugnalati alle spalle, da nemici ignoti, la dubbiosa Google, prendendo in mano il megafono, disse a tutto il mondo: “E Chromebook Fu. Segnami un’ altra tacca sul cannone, Larry!” … E fu allora che tutti vollero i Chromebook. …