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E fu così che mi operai

Creato il 22 novembre 2012 da Rory

E fu così che mi operaihello!

Miei cari,

oggi sto decisamente meglio, anche senza zaffi nel naso e quindi vi scrivo questo bel post, sperando che possa aiutare almeno un po’ chi vuole operarsi ai turbinati e ha paura o semplicemente chi come me era terrorizzato dall’anestesia totale. Vi prometto però che appena starò meglio, ovvero senza ecchimosi sul viso, che mi rendono simile a un Klingoniano dei tempi d’oro di Star Trek, farò una bella foto tutta sorridente!

Premessa: so che mi è andata di culo, perché l’anestesia non mi ha dato effetti collaterali e so che mi è andata di culo perché non ho provato alcun dolore e magari non per tutti è così, però ci tengo a condividere la mia esperienza perché penso che quando abbiamo un’esperienza positiva è sempre bello parlarne, anziché stare solo a lamentarsi , perché non si sa mai ma davvero qualcuno potrebbe trarne un giovamento o anche solo un po’ di serenità.

Mi sono ricoverata lunedì sera. Chiaramente ero agitata ma siccome sarei stata la prima paziente della giornata ad essere operata, mi sono detta che almeno mi toglievo il pensiero e tanti saluti. Il lunedì è passato a trovarmi il chirurgo, per rassicurarmi e dirmi che sarebbe andato tutto bene, ho apprezzato molto la cosa, che ha smorzato la tensione. Il problema è che con me c’era mia mamma, che era agitatissima poverina e infatti mi sono dovuta far coraggio e calmarla un po’. Onestamente, vi sconsiglio vivamente di farvi accompagnare da gente ansiosa perché io a un certo punto stavo scoppiando, non si può calmare qualcuno quando si è già super nervosi (!)

Ho avuto un momento di sconvolgimento verso le 22, quando mi hanno detto di togliere lo smalto… perché dalle unghie si vede non so cosa. Ma io dico: se uno sta attaccato a dei macchinari che ne monitorano costantemente lo stato… perché mai un medico dovrebbe andare a guardargli le unghie per vedere come sta? Bah. Comunque via lo smalto. E mi hanno anche detto di non truccarmi. Lì ho sorriso e ho ribattuto “ma va? Stavo per chiedere un tutorial ad hoc per la sala operatoria a Clio MakeUp” (battuta non capita da nessuno).

La mattina di martedì mi alzo, mi lavo e mi portano il camicino da indossare. Mi fanno un’anamnesi e mi fanno firmare la liberatoria. Poi due infermieri molto gentili (ma lì erano tutti di una gentilezza estrema, davvero, sono rimasta meravigliata) mi hanno portato in sala operatoria dove una giovane infermiera molto brava mi ha sistemata e intanto mi distraeva facendo con me due chiacchiere. Mi hanno portato in sala operatoria dove c’era l’anestesista, non era quello che mi visitò l’altra volta ma una signora molto accorta, che subito ha iniziato a chiacchierare con me, chiedendomi come mi chiamavo, che facevo e cose del genere. Ricordo che le stavo dicendo che il mio amico Ciccio mi aveva appena mandato un sms per salutarmi, quando lei mi ha detto che mi avrebbe dato qualcosa per farmi rilassare e poi nulla, mi sono addormentata placidamente.

Mi sono risvegliata sentendo le voci dei medici e degli infermieri, tra cui il chirurgo che mi diceva “Sembri Julia Roberts!” (volendo forse sfottermi…) ed io nel rincoglionimento ho detto “scusate, stavo dormendo!” Alcuni hanno ridacchiato e un’infermiera mi ha chiesto “e hai fatto un bel sogno” e io ho risposto “sì, stavo sognando di prendere l’aperitivo con Ciccio!” facendomi subito identificare come un’alcolizzata, praticamente. Vabbè. Comunque alle 9 mi hanno portato in sala operatoria e alle 11 ero già in camera a sparare cavolate con parenti e infermieri giunti a trovarmi. Penso di essere l’unica persona che dopo un’anestesia dice di essersi sognata un aperitivo… anche perché poi pare che non abbia detto nient’altro!

Comunque la cosa più drammatica è stata per me il non poter mangiare. Ero affamatissima ma secondo il medico, se mangiavo qualcosa rischiavo di vomitare e sarebbe stata la fine. Al  doc si è unito mio padre che ha detto “eh perché quando uno vomita, vomita anche dal naso”mio padre come l’esorcista. Una cosa che dovevo fare era però pipì, per smaltire l’anestesia, pena: il catetere. Appena ho sentito catetere, sono volata in bagno abbracciata alla flebo!

Passati i primi momenti di fame nera, sono stata felice di non aver mangiato: la signora della stanza affianco ha vomitato tutta la notte, poverina e non l’ho invidiata affatto. Nella notte non ho dormito granché a causa degli zaffi però comunque ho riposato un po’, il medico infatti s’è stupito che ci fossi riuscita… mi avrà preso per un ciuccio. Una delle cose che mi ha dato fastidio è la flebo, perché avere un ago nel braccio non è piacevole ma passato questo, devo dire che non ho avuto davvero alcuna difficoltà, infatti ieri sono potuta tornare felicemente a casa e mi sono anche messa a lavorare! Insomma, la conclusione è: se dovete operarvi ai turbinati, andate da un buon otorino ma fatelo perché se ci sono riuscita io possono riuscirci tutti!

 



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