Magazine Diario personale

E già, ‘nnagg…!!!

Da Arthur

Bimbo

Ci sono dei momenti durante la giornata in cui la mia creatività o presunta tale viene stimolata in modo particolare, e uno di questi è la pausa pranzo, se sono da solo in genere vado in un centro commerciale e tra una forchettata e l’altra, guardandomi intorno ovviamente, soprattutto la gente seduta ai tavoli vicini, faccio delle considerazioni che spesso mi portano, dopo, a scriverci delle cose, come in questo caso d’altronde.

Oggi davanti al mio tavolo c’era unì’allegra famigliola e seduto su di una sedia più grande di lui, un bambino che, composto, cosa abbastanza strana visti i tempi d’oggi, mangiava il suo bel piattino di lasagne.

Avrà avuto quattro o forse cinque anni, biondo con i capelli tagliati cortissimi, tant’è che sembrava quasi uno straniero, se ne stava buono buono senza chiedere nulla e finito di mangiare il primo, dopo aver chiamato senza urlare la mamma, la “informa” che ha ancora fame. Nel farlo toglie dalla tasca un fazzoletto di carta e si soffia il nasino. Poi lo rimette in tasca.

‘nnagg…, ho sorriso tra me e me e inevitabilmente mi sono rivisto da piccolino, un bambino a modino che mai e poi mai avrebbe dato del “tu” ad un adulto, pur essendo in casa anche quello che all’occorrenza intratteneva con le sue acrobazie genitori, zii, nonni e parentado vario.

Quanta acqua è passata sotto i ponti, direbbe qualcuno di mia conoscenza, consapevole di aver passato un’infanzia serena, mi domandavo come sarei stato se fossi nato in questa epoca con davanti - non sempre e non per tutti - tutto ciò che un bambino può desiderare, visto che oggi spesso i genitori fanno a gara per esaudirli questi desideri, senza magari chiedersi se sia giusto o meno.

Un tempo la mancanza di qualche “optional” – oggi un ragazzino senza l’Iphone ultimo modello si sente tagliato fuori - si viveva serenamente, no che non ci fossero i capricci o delle richieste fuori dal normale, ma si era abituati a non pretendere più del dovuto, e passato il momento magari con qualche lacrima silenziosa, si andava oltre, accontentandosi alle volte di ciò che si possedeva.

Ma non voglio fare recriminazioni, né tanto meno giudicare; guardavo quel bambino oggi e lo pensavo proiettato così com’era nella mia generazione: un po’ modino, senza pretendere troppo, probabilmente a volte un po’ capriccioso, probabilmente a volte con qualche richiesta fuori dal normale.

Come dire che in fondo anche se si è figli dei propri tempi, tutto dipende sempre da come è si educati e da chi abbiamo intorno a noi.

‘nnagg…!!!



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