Alla fine il processo a Efraín Ríos Montt si farà. Dopo un anno di arresti domiciliari e di tira e molla tra le autorità giudiziarie, l’ex generale è stato citato in giudizio come responsabile intellettuale dell’uccisione di 1771 indigeni dell’etnia Maya Ixil. Le associazioni per i diritti umani hanno parlato di decisione storica e di momento cruciale per il Guatemala. José Miguel Vivanco, di Human Rights Watch, ricorda come ¨fino a poco tempo fa l’idea di un processo ad un generale guatemalteco sarebbe apparsa inverosimile¨ in un paese dove l’impunità sui misfatti della guerra civile è sempre stata padrona.
Dittatore di fatto del Guatemala dal marzo 1982 all’agosto 1983, Ríos Montt aveva individuato nella popolazione Maya la responsabile della deriva morale guatemalteca. Convinto di essere stato chiamato da Dio a guidare il Guatemala, Bibbia alla mano, si dice pronto di poter sterminare i Quattro cavalieri dell’Apocalisse che affliggono la nazione: la fame, la miseria, l’ignoranza e la sovversione, castighi scatenati dal comunismo e insiti nelle genti dell’etnia Maya. Più di 600 villaggi vennero rasi al suolo ed i suoi abitanti uccisi o rinchiusi in campi di rieducazione, costretti in condizioni di semi schiavitù a lavorare per i grandi proprietari terrieri. Nella sua particolare visione messianica della Storia, Ríos Montt, nei diciassette mesi in cui è al potere, abolisce le garanzie costituzionali, istituisce tribunali segreti e dá avvio alla repressione. Niente di nuovo, in quanto a dittature; con una differenza basilare, una ferocia fuori da ogni schema che si rispecchia nella strategia della terra bruciata e nel programma ¨Frijoles y fuciles¨, fagioli e fucili per aizzare i contadini a combattersi tra di loro: è una carneficina.
Ríos Montt non è solo nella sua crociata. Ronald Reagan, che lo riceve alla Casa Bianca con tutti gli onori, lo presenta agli americani come ¨un uomo dalla grande integrità morale¨. Parte così l’incredibile finanziamento del genocidio: a decine gli imbonitori di religione che appaiono in televisione chiedono fondi per appoggiare il Regno di Dio in Guatemala. I soldi arrivano a palate e servono per massacrare indigeni indifesi. Alla fine, nemmeno l’Alto comando guatemalteco riesce a tollerare la brutalità di quella strategia ed il generale Óscar Mejía Víctores depone il despota con un colpo di Stato.
Ríos Montt, che oggi ha 87 anni, non è mai stato giudicato per il suo operato grazie alla legge di amnistia del 1996 che servì a suggellare gli accordi di pace tra governo e guerriglia. Presidente del congresso guatemalteco in più occasioni, ha sempre negato ogni addebito anche quando, su iniziativa del premio Nobel Rigoberta Menchú, venne richiesto dalla giustizia spagnola per rispondere di reati di lesa umanità.
¨Le atrocità ci furono¨, ha sempre ripetuto, ¨ma io ne ero all’oscuro¨. Questa volta, le prove, raccolte dal procuratore López, dicono il contrario. Ríos Montt non solo era al corrente delle stragi, ma era l’autore principale di un elaborato piano di annientamento dell’etnia Maya.
Su questo blog abbiamo pubblicato un’esaustiva biografia su Efraín Ríos Montt: http://www.mauriziocampisi.com/letture-per-linverno1-rios-montt-leletto-da-dio/
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