Magazine Diario personale

E’ Guerra!

Creato il 20 marzo 2011 da Yellowflate @yellowflate

Rifletto mentre osservo l’acqua scintillante della bella fontana dei giardini Inglesi, cuore verde di Palermo.
Guardo l’acqua e penso è diverso, oggi è un altro giorno.
Il cielo sopra di me è continuamente infranto da aerei, spesso nemmeno visibili, ma il rombo è percepibile.
Nonostante tutti restino impassibili, non sono aerei civili, non sono voli meridianaflies, eh no.
Sono altri aerei, ed è da ieri notte che solcano il cielo, eppure tutti esultano, non è una guerra, è una missione umanitaria!
Alla mia mente appaiono nitidi i ricordi della mia vita.
Qualche giorno fa osservando Lampedusa, ricordavo gli albanesi e Taranto, ricordavo la primavera della mia terza media…ma quella è tutta un’altra storia.
Oggi ho in mente tutto il giorno una foto, anzi no una serie di fotografie, sono quelle dell’associazione nazionale della pace, una donna che fugge e inciampa, un’altra colpita da uno snipper, un bambino ed un tozzo di pane, una vecchia ed un vecchio con un neonato tra le braccia.
Sono le immagini di un’altra guerra alle porte di Italia alle porte d’Europa, erano i Balcani.
Sono passati interminabili anni, siamo andati lì a civilizzare, abbiamo portato disastro, uranio, sindromi, veleni, sprecato fondi internazionali, radicato le mafie, dato cioccolato scaduto a chi aveva fame! Abbiamo assediato città, bruciato, bombardato identicamente come chi andavamo a bombardare. Dovevamo liberare una zona… dovevamo civilizzare l’est.
E i più lo hanno creduto, hanno stremato dei popoli, rovinato generazioni, appoggiato carneficine, occupato, ed ancora occupano in nome di un pace che stenta a costruirsi … il conflitto è ufficialmente cessato, ma c’è l’altro quello subdolo che continua incessantemente.Si chiama Odio razziale.
E poi l’Afganistan e prima la Somalia.
Scempio, macellerie africane, asiatiche, arabe,ancor prima Saddam I e Saddam II, e poi tante altre sporche guerre.
E, il Libano? La Palestina? l’Israele?
Forse sono io quella che sbaglia, che non riesce a festeggiare…” stiamo liberando migliaia di civili”, “La guerra è necessaria per difendere i civili”, ” il rais è un dittatore”
Nessuno pensa… oggi dittatore e ieri chi? e nel 70 cosa era un benefattore? mah, oggi esaltano, saltano, sussultano godono, spiano la Libia dalla tv da mezza Italia.
Mentre loro spiano, i nostri cieli sono solcati dagli aerei, il mare è solcato dalle navi eppure no, non siamo in guerra.
Difficile pensare per me in modo diverso, anche se la tv continua a dire,” noi non abbiamo preso parte agli attacchi”.
Piccola differenza noi, siamo sulla linea di confine, in prima linea direi, le basi hanno il charlie, sono rosse, pronte, in attesa e non di partenza, prima si difende…. questa è la regola, quando partono non necessitano di charlie.
Eppure i più non lo sanno e, i miei compagni con cui sono cresciuta “not in my name”….era il nostro slogan, anche loro se lo sono dimenticati e paiono dire “in our name!” Alcuni li conosco troppo bene per credere che veramente pensino quello che dicono eppure ad ora i pochi pacifisti rimasti vengono guardati con sospetto.
“egoista, opportunista, radical chic, sognatrice, xenofoba, borghesuccia” aggettivi lanciati così come se fossero bombe, “
Due sono le cose il pacifismo senza sè e senza ma di quei ragazzi che vendevano e regalavano bandiere arcobaleno è passato di moda o è stato un percorso di gioventù.
IO non ci posso credere non voglio crederci.
Sono fieramente pacifista, orgogliosa di esserlo, nonostante le parole feriscano l’anima perchè non sai come leggerle, non capisci come il tuo ampio vocabolario non trovi niente di buono in quella ennesima risoluzione ONU, eppure i più esultano.
Bombe cadono in Libia, feriscono civili, ferite di fuoco amico, aumentano i profughi, gli sfollati, il mediterraneo se prima era un cimitero liquido diventerà presto un’ecatombe liquida o non troppo liquida.
Intanto Lampedusa esplode, anche lì civili, tutti, tanti troppi in fuga dai lidi africani bivaccano ovunque, mentre i civili quelli italiani temono il peggio eppure, la guerra è presente.
Si sente nell’aria ovunque .
Riprendo il mio testo, la mia riflessione ormai è notte fonda, la tv ha propinato migliaia di servizi su la guerra, immagini che mi portano al passato peggio di questo pomeriggio il mio twitter segnala solo agenzie luttuose, questo è, ho appena terminato il mio testo per we-news ed ho deciso che non manderò nemmeno un pezzo su questa nuova sporca guerra, manderò altro, come quello che ho appena postato parlerò solo di storie di uomini e donne in fuga dalla guerra voluta da questo occidente sporco di sangue.
Non posso ripudiare me stessa ed i miei ideali in nome di una finta ennesima guerra umanitaria, in me vivo è il ricordo di quei giovani , quelle ragazze e quei ragazzi in fuga dai Balcani, storie vere, senza mediazione, racconti vivi nel mio animo, nella mente occhi spauriti di tanti.
No, io non volevo l’ennesima guerra a segnare un nuovo anno della mia vita.
Non sono egoista, non penso, so di avere umanità, tanta, da dare, da regalare.
Troppe, tutte insieme le rivoluzioni del nord Africa, tutte insieme, e lì dove ancora c’è il petrolio si muore e si scappa, si fugge. E noi, il mondo civile civilizzato altro non sappiamo offrire che altre bombe, altro sangue.
Intelligence, mediatori e tutto il resto sono spariti.
Intanto proseguono le edizioni dei tg, le narrazioni, i twitter, i lanci di agenzia, gli scoop e le piogge di piombo amico contro quel piombo che noi, questa strana Repubblica al confine d’Europa ha fornito alla sua ex colonia, la Libia
La nonviolenza è la piu’ grande forza a disposizione dell’umanità.
E’ più potente della più potente arma di distruzione che l’ingegno dell’uomo abbia mai escogitato.
Quella della distruzione non è la legge degli umani.
L’uomo vive liberamente soltanto quando è pronto a morire, se necessario, per mano di suo fratello, mai ad ucciderlo.
Ogni delitto o altra offesa commessa o inflitta ad altri, non importa per quale causa, è un crimine contro l’umanita’. (Harijan, 20 luglio 1935)


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