Ecco l’evoluzione del movimento in partito. Anche se parlare di partito al singolare non è forse corretto visto che da un po’ i forconi vivono una diatriba interna tra le diverse anime. Da un lato, infatti, Martino Morsello, l’imprenditore scaricato dall’ala maggioritaria del movimento con l’accusa di contiguità con Forza Nuova, che ha già depositato un marchio. E dall’altro Mariano Ferro, più vicino al governatore Raffaele Lombardo, ed anche lui depositario di un proprio marchio.
Ed il movimento ha anche il suo teorico: Beppe De Santis, ex dirigente della CGIL, inviato in Sicilia, negli anni ’90, da Bruno Trentin, con un passato nella Rete di Leoluca Orlando e diventato, poi, il teorico del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo. Rotto con Lombardo nel 2010, Beppe De Santis comincia a seguire i Forconi. Pino Aprile, l’autore di Terroni, lo cita come il teorico della rivolta. Il passato sindacale serve forse a dare al movimento una sfumatura di sinistra di modo che possa accogliere i delusi del PD?