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E idomeneo va in fondo al mare

Creato il 10 marzo 2010 da Robertoerre

Marco Caselli Nirmal M032_0733

Davide Livermore spiega nell'intervista che si legge nel programma di sala: “Il mito ha in sé un'atemporalità che ne sottintende il valore universale, per questo la vicenda sarà in un nontempo, con elementi classici e di altre epoche, come per abbracciare idealmente le esperienze umane...” Da qui la sua legittimazione per la sua regia così controversa e discussa. Il non folto pubblico del Comunale di Ferrara ha inteso premiare l'esecuzione musicale e vocale, ma è rimasto sconcertato sul piano visivo, in alcuni casi abbandonando la sala all'intervallo. La devozione poetica e la coerenza stilistica scelta da Livermore ci conduce verso un luogo metafisico, simbolico, metaforico, dove il mito è sicuramente ben presente, ma a nostro avviso cede ad una spettacolarizzazione eccessiva. Idomeneo contiene i principali archetipi che stanno ad indicare le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano. Come quello dell'Anima che rimanda a quanto di più vitale, immediato, aprioristico è presente nella psiche umana , nei suoi umori, reazioni, impulsi. L'Anima permette l'accesso al mondo del trascendente, del metafisico e degli dei. Dalla notte dei tempi ai giorni nostri. E questo sembra la linea su cui Livermore ha voluto creare l'impianto registico e scenografico. Il risultato però non è del tutto convincente con momenti di originalità e altri, invece, troppo sofisticati perché vengano compresi dal pubblico. Manca il pathos, l'azione, tutto sembra agire al rallentatore con gestualità mimate. Scorre molta acqua in questo Idomeneo sotto il mare e rischia di portare via tutto. Idomeneo è un capolavoro grazie a Mozart che ne esalta una nuova forma di drammaturgia musicale che scombina la tradizione. Sul podio Michele Mariotti conduce con gesto sicuro e offre una lettura convincente, ben orchestrata, dando corpo e sostanza al versante musicale che dovrebbe avere sempre il primato e non cedere lo scettro alla regia, come spesso accade di questi tempi nella lirica. L'Orchestra del Comunale si distingue per un suono omogeneo, compatto, cesellato. Francesco Meli nel ruolo principale dotato di un fraseggio impeccabile e un'emissione di fiati eccellente. Valentina Corradetti nel ruolo di Elettra s'impone anche se a tratti eccede negli acuti. Le voci di Giuseppina Bridelli e Barbara Bargnesi sono ancora giovani e devono maturare per affinarsi, ma c'è slancio nel destreggiarsi in scena, così come fa Enea Scala.

Roberto Rinaldi

Teatro Comunale di Ferrara

5 marzo 2010


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