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Essendo oggi il giorno di San Giovanni, estrapolo da un mio post del 18 giugno 2009 qualche notizia su questa festività magica o esoterica…
http://estateincantata.blogspot.it/2009/06/solstizio-destate.html
Il 24 giugno è il giorno dedicato a Giovanni Battista: acque, rugiada miracolosa e falò sono l'aspetto esterno di questo altissimo evento esoterico.
Dal punto di vista astrologico, la situazione è opposta rispetto al Solstizio d'Inverno: siamo al passaggio tra il domicilio della Luna (Cancro) e quella del Sole (Leone).
I Filosofi mostravano questo evento con due Alberi, uno dai preziosi Frutti d'Argento e uno ancora più prezioso dai Frutti d'Oro.
Siamo entrati cioè in quel giardino sorvegliato, vincendo il Serpente che sbarrava la strada, abbiamo ben coltivato il nostro spirito ed ora siamo in procinto di cogliere i Frutti più preziosi che uomo possa mai immaginare.
Questo simbolismo descrive un processo interiore, una maturazione che avviene dentro di noi.
La tradizione vuole che il Fiore, detto di San Giovanni, sia un fiore candido e luminoso, capace di diffondere una" luce intensa" che avvolge tutto ciò che lo circonda e che dona poteri occulti e grandi conoscenze a colui che ha la buona sorte di vederlo sbocciare.
Per vedere il Fiore, secondo la leggenda, il novizio deve recarsi in un bosco prima della mezzanotte, sedersi presso una felce, tracciare un cerchio attorno a sé ed alla felce e quindi mettersi in paziente attesa, senza distrarsi e senza prestare ascolto a chi vuole distoglierlo dal proprio intento.
Il Fiore sboccia all'improvviso e il suo splendore dura un solo istante e bisogna essere pronti o l'occasione è persa fino al prossimo anno.
Ovviamente si tratta di un'allegoria, la Felce non fa fiori (appartiene alle crittogame e si riproduce per spore), ma la Felce è una pianta primitiva che sta ad indicare come la conoscenza vada cercata risalendo alle radici del tempo.
Il Fiore, già di per sé simbolo della fugacità delle cose, è descritto ancora più evanescente, basta un attimo di distrazione, per non cogliere il momento "magico".
Da qui, poi:
Il Giorno di Mezza Estate è una delle Feste con più larga diffusione e di antichissima tradizione che è giunta fino a noi.
Numerose sono le usanze, legate sia alla rugiada che ai fuochi, ma anche alla magia del giorno che permette facili divinazioni, o ancora alle leggende delle streghe che, nella vigilia di San Giovanni, volerebbero al raduno annuale sotto il Grande Noce.
Altri piccoli rituali vedono tuttora impiegate le erbe solstiziali, tra cui in primo luogo l'iperico (Erba di San Giovanni, Ipericum perforatum) che colto in questa notte assumeva proprietà apotropaiche, meritandosi il nome di "schiacciadiavoli".
A Pamplona (Spagna) fin dal 1500 si usa raccogliere erbe aromatiche da bruciare nei quadrivi per scongiurare le folgori, i tuoni e le tempeste.
In Irlanda sopravvive la tradizione celtica di far passare il bestiame tra grossi fuochi e si gettano le ceneri di questi fuochi nei campi per un abbondante raccolto.
La Festa del Solstizio d'Estate è nota anche fra i Berberi dell'Africa settentrionale che, nella loro Festa del 24 giygno - detta 'ansara', accendono fuochi con densi fumi per propiziare il raccolto dei campi e in cui fanno passare anche i malati per guarirli e gli oggetti più cari per preservarli.
Molto ricca di significati simbolici è un'usanza della zona di Kunz (Germania) in cui una ruota di paglia infuocata costruita su un colle con il contributo di tutta la popolazione, viene fatta rotolare fino a valle, con l'intento di spegnerla nelle acque della Mosella. Se la ruota riesce a giungere nelle acque ancora ardente, si traggono positivi presagi, sfavorevoli se l'impresa fallisce.
Le usanze e i piccoli rituali sono innumerevoli, così come innumerevoli sono le erbe associate a questa Notte, tra cui i chiodi di garofano, le spighette di lavanda, la verbena, l'artemisia, il lauro, il rosmarino, il ginepro, l'agnosto, ciascuna con le proprie virtù, diverse a seconda delle tradizioni locali, fino alla 'noce', ancora verde, che - colta in questa notte darebbe un nocino dalle virtù taumaturgiche.
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