... questa stessa classe politica pensa soltanto a litigare, a dividersi, e a riformare nuove coalizioni al proprio interno.
Dopo le elezioni della scorsa primavera tutti i grandi partiti si erano richiamati al più alto "senso di responsabilità", dicendo che "prima di tutto la nazione aveva bisogno di un governo che affrontasse al più presto i problemi del paese."
Ma una volta tornati a governare si sono dimenticati dei problemi del paese, ...
... e si sono rimessi a fare quello che hanno sempre fatto: lottare fra di loro, in maniera feroce ed instancabile, alla ricerca di una fetta di potere in più.
Perchè a costoro non basta essere tornati a governare: quando qualcuno fra di loro sente di non riuscire ad accaparrarsi abbastanza potere per se stesso, allora abbandona le attuali alleanze e cerca di formarne delle nuove.
E così i telegiornali si riempiono di notizie che riguardano non il mondo del lavoro, ma le beghe interne del PDL fra Alfano e Berlusconi. Che riguardano non la lotta all'evasione fiscale, ma le beghe interne della Lista Civica fra Mario Monti e la sua fronda. Che riguardano non la ridefinizione del debito estero, ma le beghe interne del PD fra "renziani" e chissàchicazzo sono gli altri.
E così, mentre il paese affonda, loro pensano a dividersi, per tornare poi a spartirsi il potere in misura - sperano - più vantaggiosa per ciascuno.
Andando alla riunione del PDL di venerdì scorso - dove la scissione è stata ufficialmente riconosciuta - qualcuno ha detto: "In queste situazioni di frattura non vince nessuno". Ma qualcun altro, più scafato e cinico di lui, ha risposto: "In politica vince chi prende più voti alle elezioni".
E così, per l'ennesima volta, il popolo si appresta ad essere convocato alle urne, per tornare immancabilmente a dare il voto a coloro che ne hanno bisogno non per aiutare lui, ma per averne un maggiore vantaggio personale.
La cosa incredibile è che, nonostante la sfacciataggine ormai raggiunta dai giochi interni di potere, quasi nessuno si accorga di questo meccanismo perfido ed allucinante.
Massimo Mazzucco