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E io ridevo...

Creato il 03 novembre 2012 da Minerva Jones
E io ridevo...
Bella giornata soleggiata, ma fredda, festa infrasettimanale, ma poca gente in giro a metà mattinata. Mi copro bene, che quando mi vesto sportiva sono una gradevole monella, metto le cuffie nelle orecchie con un mix di Louise Attaque, Debut sur le zinc e Manu Chao e inforco la bici dirigendomi verso il centro.
La strada è libera, le ruote scivolano sull'asfalto che è una bellezza e i miei polmoni pompano ossigeno ai muscoli che pedalano veloci schivando ostacoli, saltellando tra marciapiede e carreggiata, facendo lo slalom tra i pochi passanti sotto i portici (lo so che prima o poi un vigile mi becca, ma intanto deve prima prendermi).
J'essuierai mes larmes sur ma manche Ravalerai en moi l'avalanche
Arrivo nell'area pedonale - maledetti cubetti di porfido! Si va in discesa, ora - neanche fatico. Il sole ha risolto i suoi problemi di timidezza, l'aria è frizzantina - una tipica giornata autunnale nel morigerato capoluogo sabaudo.
et je voudrais que tu te rappelles, notre amour est éternel et pas artificiel
All'ennesimo sobbalzo la testa mi gira di colpo, mentre in velocità percorro la viuzza verso il solito locale dotato di wifi gratuito. Il calore investe le guance e un attimo dopo lo sento colare dal naso sulle labbra. Porca paletta - di nuovo l'epistassi!
Que voy a hacer / Je suis perdu Que horas son, mi corazón
Faccio mente locale in un istante, individuo il palo dove legare la bici, scendo al volo. Comincio ad armeggiare tra guanti insanguinati, fazzoletti di carta insanguinati, e bocca piena di quel sapore ormai così abituale. Il sangue cola sulle labbra e nella gola mentre chiudo l'ultimo lucchetto.
Corro nel bagno del locale, travolgo spavalda madri e bambini in attesa della toilette - l'epistassi incontrollabile è un lasciapassare incontrovertibile. Spacco la fiala di coagulante nel lavandino, infilo il cotone impregnato di liquido nel naso, mi sciacquo del sangue che sui vestiti neri passa comunque inosservato.
E rido - una risata grande, interminabile. Maledico senza reale fastidio l'arrivo dell'inverno - l'epistassi è dovuta all'alternanza repentina caldo/freddo - che mi sorprende ogni anno. Ma è solo questa, ormai. Intanto sono viva. Risalgo sulla bici e torno a correre come una delinquente.



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