E’ l’EUROPA che dice all’ITALIA:”Fora dai ball”

Creato il 12 aprile 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Gad Lerner inizia l’appuntamento settimanale con l’Infedele con parole forti e provocatorie: ”Fora dai ball o fora di testa? Non era mai successo che un ministro o un Presidente del Consiglio manifestassero la loro intenzione  di uscire dall’Unione Europea, facciamo la guerra all’Unione per gli immigrati e riceviamo come risposta un secco “no” perché non c’è un’emergenza immigrazione” – “Abbiamo fatto i furbi con la faccenda dei numeri?”.  Partecipano al dibattito: la scrittrice Michela Murgia, forte della sua esperienza di lavoratrice precaria; Omeya Seddik del Partito democratico progressista tunisino; Gian Antonio Stella del “Corriere della Sera”; l’espatriata Claudia Cucchiarato; Michele Tiraboschi, consulente del ministro del Welfare.

Si entra subito nel vivo  del dilemma della Lega di fronte all’Europa che non riconosce come validi per l’uscita dall’Italia i permessi temporanei concessi da Maroni a circa 14.500 tunisini sbarcati sulle nostre coste. Del resto chi è abituato a convivere con milioni di emigrati considera assolutamente gestibili le cifre che hanno scatenato lo “tsunami umano” italiano.  Per  esempio il numero totale di stranieri residenti in Germania è di 7,2 milioni, cioè l’8,8% della popolazione totale. Per un confronto: in Italia vivono 3,5 milioni di stranieri, cioè il 5,8% della popolazione totale.

L’Italia quindi è sotto accusa per incapacità di gestione dell’accoglienza, per vittimismo e anche per pretendere un aiuto che non gli è dovuto.  Il vicepresidente della Regione Lombardia, Andrea Gibelli, con alcuni sindaci leghisti alle prese con l’ospitalità dei tunisini afferma:” E’ un’emergenza politica quindi, la Lombardia dice no all’accoglienza e no alle tendopoli”. Inutile far presente ai rappresentanti leghisti che questi immigrati sono di fatto una forza lavoro che consente all’agricoltura italiana di tenere alto il made in Italy, visto che noi ormai rifiutiamo queste competenze. Inutile anche rilevare che le statistiche europee dimostrano che abbiamo bisogno di mano d’opera, visto che in Italia è in crescita la  popolazione anziana. Per sensibilizzare i propri cittadini la propaganda leghista titola: “Liberi di andare…in Francia, oppure “Usciamo dall’Europa, la Ue ci volta le spalle”.  Gli fanno eco anche le parole dello sceriffo Gentilini, che su Radio Padania non usa mezzi termini per commentare cosa sta accadendo in questi giorni a Lampedusa: “La Francia fa bene a non fare entrare nessuno: anche gli altri Stati hanno blindato i loro confini, perché noi non lo abbiamo fatto? Maroni, non continuare così! C’è troppo buonismo, troppa tolleranza, troppo permissivismo: la Lega non è questa qua, la Lega è una Lega di…voglio provvedimenti drastici, io sono lo sceriffo d’Italia, ci vuole la forza, esigo in nome della Lega che ci sia un cambiamento di rotta, dobbiamo tornare ad essere un movimento di battaglia. Maroni, Calderoli, Bossi, vi voglio combattenti e legionari in difesa del popolo veneto”.

La Padania si sente maltrattata da un’Europa matrigna, che però basa la sua reazione su analisi  numeriche: in 100 giorni di emergenza sono sbarcati 26.000 tunisini, ovvero, 260 immigrati al giorno. Il  governo non è in grado di  fronteggiare  una situazione peraltro prevista? Certo che se la soluzione proposta è quella di ammassarli tutti a Lampedusa affidandoli alla grande generosità degli isolani e altrettanto certo che se permettiamo che si diffondano idee razziste non si apre un bel futuro italiano.  Abbiamo già constatato storicamente che il nazionalismo ha prodotto le peggiori tragedie, dovremmo prendere molto sul serio l’atteggiamento di chi invoca la rottura con l’Unione europea visto che anche noi abbiamo tantissimi italiani che grazie alla libera circolazione delle persone usufruiscono delle opportunità europee. Se l’Ue cominciasse a respingerci? Non siamo anche noi degli immigrati trasferiti in cerca di occasioni migliori? Nel Bel Paese la disoccupazione giovanile è in continua crescita condanniamo anche i nostri giovani che in nome della speranza viaggiano, studiano e lavorano all’estero?

Il popolo dei giovani tunisini che dopo decenni di dittatura sperimenta per la prima volta la libertà di movimento,  cerca  una vita migliore anche emigrando all’estero,  sono così diversi dai nostri giovani italiani ridotti a minoranza della popolazione, inseriti solo precariamente nel sistema economico, fra i quali sta crescendo la spinta a emigrare all’estero? Forse entrambi hanno aspettative per il futuro, hanno speranze, o forse cercano semplicemente una vita serena.


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