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E la crisi italiana adesso fa paura al mondo...

Da Roxioni
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Il “bagno di sangue” odierno sui mercati è solo l’ultimo di una lunga serie. Ma non è finita qua. Se la Bce smettesse di comprare, le stime valutano che gli spread con la Germania si allargheranno ulteriormente. La lettera inviata dal governo all’Europa, insomma, non ha risolto il problema di credibilità dell’Italia. E così la nostra crisi sarà la “protagonista” al G20 di Cannes che inizia domani. 
Un bagno di sangue. Così viene universalmente descritta la mattinata che si è vissuta a Piazza affari. Spread fra Btp e Bund è volato a quota 440 punti base, un livello che
rende il rifinanziamento del debito italiano già insostenibile. Ancora, l'indice FTSE/Mib ha subito aperto in forte perdita, sospinto al ribasso dai titoli bancari, che sono stati sospesi più volte per eccesso di ribasso. In questo clima a essere sotto pressione sono stati anche i Credit default swap (Cds) sull'Italia, che hanno di nuovo sfiorato livelli record. Il derivato a protezione dal fallimento, sulla piattaforma di Markit, ha registrato un prezzo di 495 punti base. Intanto crescono i timori di un ulteriore avvitamento della crisi italiana dopo le parole del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha sottolineato come questa crisi non dipenda da lui.

E la crisi italiana adesso fa paura al mondo...

fonte www.linchiesta.it

spread è aumentato di circa 30 punti base, ritracciando continuando il proprio massimo. Nel frattempo, la stessa dinamica è stata registrata anche sul mercato dei Cds, dove si sono rivisti i livelli di inizio settembre, quando il derivato sul debito italiano toccò i 500 punti base. In pratica, anche l'Italia sta entrando nel “Club dei 500”, come è stato ribattezzato dal Financial Times lo speciale gruppo delle nazioni dell'eurozona più a rischio, comprendente Grecia, Irlanda, Portogallo e, da poco, l'Italia.Il vero problema ora è cercare di limitare i danni,specie viste le scadenze del prossimo anno. Secondo il dipartimento del Debito pubblico del Tesoro nel 2012 devono essere rifinanziati circa 295 miliardi di euro di titoli di Stato italiani. Molti, considerando la pressione che sta investendo l'Italia. Nell'ultima asta della scorsa settimana, il Btp decennale è stato collocato oltre quota 6% e difficilmente questo trend invertirà la rotta entro pochi mesi. Questa è già ora una soglia insostenibile, come ha ricordato Royal Bank of Scotland oltre tre mesi fa: “La soglia dei 400 punti base di spread coi titoli di Stato tedeschi è stato il parametro oltre il quale sono arrivati i salvataggi di Grecia, Irlanda e Portogallo”.La soluzione, che circola da mesinei corridoi del Tesoro, è quella di un'uscita volontaria dal mercato. La liquidità di cassa italiana è elevata e collocare i titoli di Stato a questi livelli significa solo peggiorare la situazione. Del resto, come aveva evidenziato un report di Goldman Sachs dello scorso luglio, per l'Italia un incremento di 100 punti di spread significa pagare 18 miliardi di euro in più all'anno per gli interessi sul debito. E considerando che un anno fa lo spread fra Btp e Bund era a quota 122 punti base, non è difficile comprendere quanto possa costare all'Italia uno scenario come quello che si sta vivendo.Nella giornata in cui la Banca centrale europea accoglie il suo nuovo presidente, Mario Draghi, non ci poteva essere miglior performance per l'Italia. La sofferenza di Piazza affari e dei Btp non è stata alleviata nemmeno dai massicci acquisti di titoli di Stato da parte della Bce tramite il Securities markets programme (Smp). Anzi, durante l'ultima asta del Tesoro si è visto che il supporto dell'Eurotower sta per venire meno.Il peggio arriverà nei prossimi mesi. Secondo la banca HSBC l'intervento della Bce in aiuto dell'Italia vale circa 80 punti base di spread in meno. Diversa - in peggio - l'opinione di Reuters Insider, che ha calcolato un impatto di 90/100 punti base. Nella migliore delle ipotesi, il diffenziale fra Btp e Bund, al netto della Bce, varrebbe 520 punti base. Nella peggiore, 540. Cifre che rendono troppo oneroso il rifinanziamento del debito italiano sui mercati e che lasciano intravedere un sostegno esterno. Il G20 di Cannes avrà in agenda anche, e soprattutto, la crisi italiana e i suoi sviluppi futuri. E come ha ricordato ieri a Radio24 il capo economista dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Pier Carlo Padoan, “l'Italia non è troppo grande per fallire”. Sicuramente, è troppo grande per essere salvata.(di Fabrizio Goria) fonte
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