Quando pensi di sapere tutto sulla stanchezza, arriva sempre una settimana che sposta l’asticella più in alto.
Al netto, considerando la scolpitura di culo mia e dell’Uomo negli ultimi venti giorni, dovremmo avere delle chiappe marmoree.
All’interno del caravanserraglio, e in ragione di una serie di eventi che possiamo serenamente trascurare, venerdì il reparto femminile della famiglia era tutto impegnato in attività collaterali e varie amenità.
Pure, la nana, in tutta la sua scintillante nanitudine, ha gentilmente ricordato agli astanti che ella il venerdì avrebbe palestra.
Dopo rapido calcolo delle possibili alternative, l’Uomo si incarica dell’operazione.
Non che necessiti di aiuto, visto che si occupa attivamente della nana dal dí che gli ha cagato addosso (letteralmente) dieci minuti dopo essere nata.
Pure, abbastanza ovviamente, dopo averla raccattata all’asilo, giunto in palestra, si è diretto con passo bello sicuro nello spogliatoio maschile. Per evitare che il nugolo di donne variamente discinte alberganti nello spogliatoio femminile lo corcasse di mazzate.
La nana si è blandamente (blandamente un cazzo, che lei è femmina) lagnata, ma poi se ne è fatta una ragione.
Il meglio, stante l’Uomo, è stata l’éntrée della nana nello spogliatoio. Il vento siberiano è spirato nella stanza. Pantaloni a mezz’asta son risaliti al volo. Tutti in attesa che la principessa si mettesse leggins maglietta e scarpette e si cavasse dai maroni.
Ora. Gli spogliatoi femminili sono letteralmente invasi da nani di sesso maschile. Ma non la facciamo così lunga. E vaghiamo serenamente nude, partendo dal presupposto che qualche tetta (più o meno cascante) e qualche patata l’abbiano già vista anche a casa. E a giudicare da come vagano le loro madri (ignude anch’esse) c’è da scommettere di non essere lungi dal vero. Quindi, a meno che i padri non viaggino con pudende perennemente coperte, direi che la reazione è da addurre al fatto che son scarsamente avvezzi a frequentazioni naniche nello spogliatoio maschile, soprattutto se femminili.
E quest’ultima ci dice molto, moltissimo, sulla parità di genere. Con buona pace della festa della donna.