E’ la geografia, bellezza

A scuola da un pezzo non si insegna più la geografia.
Tra Google Maps, Google Earth, Tom Tom e Ryanair che bisogno c’è? E’ tutto a portata di click o di cervellotico check in online.
Però la geografia aveva quel sapore tutto particolare dell’enorme atlante, della cartina fisica e politica, del clima temperato, tropicale, continentale, roba che oggi si sente solo dall’omino del meteo, figura mitologica metà uomo e metà anticlone delle Azzorre, metà donna avvenente e metà perturbazione sahariana.
Eppure la geografia era anche densità di popolazione, capitali e confini, agroalimentare e industria, insomma vita.
Siccome a me la geografia piaceva più della storia e mi piace sapere come è il mondo, la prima cosa che ho fatto per integrare la mia libreria, una volta nella nuova casa, è stata comprare un atlante cartaceo e per giunta geopolitico.
E’ stato un acquisto azzeccato, non perché sono venuto a conoscenza di notizie che non avrei potuto reperire online, ma perché fra cinquant’anni, quando il mondo sarà cambiato, lui sarà ancora lì, con le paginette della Siria dopo quelle di Singapore e subito prima della Slovacchia.
Anche se magari le pagine sulla Siria andranno riscritte.