Non so… se è il periodo… se è il primo sole… se sono le giornate di pioggia che si alternano al cielo azzurro… o le piantine dell’orto che continuano a crescere, ogni giorno.
Sta di fatto che il rigoglio vegetale si accompagna ad un continuo scrivere post, anche non pubblicati. Sarà una malattia? Di certo, ad incontrarmi con l’orto, anche per pochi minuti di sera, o di mattina presto, vedo una nuova foglia, un nuovo fiore, un nuovo lampone che cresce e mi vien da pensare e poi giù a scrivere due tre quattro righe, buttate già di getto, un po’ come se seminassi e gettassi tanti semini nella terra. E mi chiedo: è un atto dovuto, è un piacere tutto mio, o posso contagiare – in bene – qualcun altro? Perché io alla teoria del “coltivare il proprio orto” intesa come coltivare i propri interessi in un ambito strettamente personale, per sfuggire dai problemi della società, non ci credo. Il mio non è un hortus conclusus, chiuso nelle mura domestiche, nel mio monastero di uomo post-post-contemporaneo. No signori/e, io vivo la società, la città, il quartiere, la crisi, le idiozie della pubblicità. Esco in bicicletta, pedalo e respiro lo smog dei veicoli a motore, vedo le scritte sui muri, le affissioni 6×3, il prezzo della benzina che aumenta (anche quello dello zucchero, ho notato l’altro giorno), parlo con le persone, mi confronto, le critico. E il mio non è uno di quegli orti conclusi, all’esterno del quale c’è il nulla inteso come negazione della realtà. Il mio vuole essere un hortus inconclusus, aperto a chi vuole seguire una strada più sana e salutare per vivere, per recuperare piccoli piaceri che è un peccato negarci. Se pubblico in media un post al giorno non lo faccio per mio puro diletto, ma per farvi partecipi di piccole cose che sarebbe un peccato dimenticare, escludere a priori dai nostri valori: io voglio fare politica dell’orto. Politica… Per estensione “Comportamento improntato ad accortezza e ad astuzia, in vista di un più facile raggiungimento dei propri fini.”
Dal gr. politik (tékhn) ‘arte di governare’, der. di políts ‘cittadino’ (Dizionario Devoto-Oli)
Ecco, ho anche ri-scritto il manifesto di questo blog.
(Non so… se è il periodo… se è il primo sole… se sono le giornate di pioggia che si alternano al cielo azzurro… o le piantine dell’orto che continuano a crescere, ogni giorno… ecc.)