Lo scorso 5 luglio 2011 l’Istat ha diffuso i risultati provvisori del 6° Censimento generale dell’agricoltura, riferiti al 24 ottobre 2010. Essi sono stati rilevati, controllati e corretti dall’Istat in stretta collaborazione con gli Uffici di censimento costituiti presso le Regioni e Province autonome e presso i Comuni. La diffusione riguarda le variabili principali tra quelle comprese nel questionario di censimento, mentre è previsto che tutte le variabili, principali e secondarie, siano diffuse come dati definitivi entro aprile 2012, a conclusione dei processi di elaborazione ancora in atto.
L’Agricoltura dell’Italia del 2010
In estrema sintesi i dati del 6° CENSIMENTO GENERALE DELL’AGRICOLTURA dimostrano che in Italia le aziende agricole diminuiscono del 32,2% cresce del 44,4% la loro dimensione media. Ma cos’è l’Agricoltura della Puglia?
La Puglia è al primo posto in Italia per numero di Aziende Agricole
Insomma la Puglia da sola rappresenta il 16,8% delle aziende Italiane ma solo il 2,2% delle aziende agricole è di tipo zootecnico. Per quanto riguarda la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) la Puglia con i suoi 1.280.876 ettari è seconda solo alla Sicilia e rappresenta il 10% della SAU della Nazione.
Quindi va tutto bene? Se confrontiamo i dati del 2010 con quelli del 2011 ci accorgiamo che in Puglia siamo passati da 336.697 a 275.633 Aziende Agricole con la perdita secca del 18,1% è aumentata invece del 2,7% la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e dell’1,9% la Superficie Agraria Totale (SAT).
Il fenomeno dell’accorpamento aziendale non c’è in Puglia
In controtendenza la Puglia con i suoi 5,1 ettari di media anche se in Italia risulta evidente il fenomeno dell’accorpamento aziendale per effetto delle politiche comunitarie e dell’andamento dei mercati che ha determinato l’uscita di piccole aziende dal settore, favorendo la concentrazione dell’attività agricola e zootecnica in unità di maggiori dimensioni e avvicinando il nostro Paese alla struttura aziendale media europea.
Gli allevamenti
In Puglia solo il 2,2% delle aziende agricole è di tipo zootecnico.
Le coltivazioni legnose agrarie
La Puglia è la Regione con il maggior numero di aziende (248 mila) e di superficie investita (521 mila ettari).
La coltivazione dei seminativi
Sicilia e Puglia coprono il 41% della superficie nazionale a seminativi rispetto ad una quota di SAU pari al 22,4%.
Un patrimonio che rischiamo di perdere
Già dai primi dati diffusi dall’ISTAT è possibile capire che la nostra regione è leader nel settore dell’Agricoltura e che ogni politica messa in atto dovrebbe rispettare questa vocazione che permane nonostante la crisi del settore.
I tentativi messi in atto nei lustri scorsi dai decisori politici sul piano dello sviluppo industriale non hanno avuto alcun esito così come posso certamente prevedere che nulla rimarrà alla Puglia e ai pugliesi della politica energetica messa sin qui in atto che ha visto la “calata” nel paesaggio rurale della nostra regione di olandesi, tedeschi, spagnoli tornati dopo le scorribande nella nostra terra fatte dai loro padri nei secoli scorsi.
In Puglia c’è bisogno di più Agronomia
La Puglia deve fare ciò che sta facendo il presidente francese, Nicolas Sarkozy che ha sferrato più volte nelle ultime settimane aspri attacchi alla speculazione sulle materie prime alimentari e ha fatto di questo tema una delle priorità del G-20, di cui la Francia, come presidente di turno, ha controllato l'agenda.
Sarkozy ha scritto una lettera alla sua collega brasiliana, Dilma Rousseff, legando il problema del rialzo dei prezzi agricoli a quello della sicurezza alimentare, una questione che era già venuta alla ribalta nel precedente ciclo rialzista del 2008 e per la quale il vertice dell'Aquila aveva varato un fondo da 30 miliardi di dollari.
Il problema della volatilità delle quotazioni dei prodotti agricoli
Per François Bourguignon, ex capo economista della Banca mondiale la volatilità delle quotazioni non è maggiore oggi che negli anni 70 o 80. Non è l'attività dei fondi sulle materie prime non ha fatto aumentare i prezzi ma l’influenza maggiore viene dai fondamentali, come il clima, i costi, fra cui quelli del petrolio e dei fertilizzanti, e l'aumento della domanda.
Il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria ritiene che non è solo un problema di speculazione il fatto è che c'è bisogno di investimenti in agricoltura.
In un recente forum sull'America latina organizzato dalla stessa Ocse e dalla Banca interamericana di sviluppo, i paesi della regione si sono schierati sulla stessa posizione.
Il presidente della Banca interamericana, Luis Alberto Moreno afferma che c'è stato un aumento della domanda mondiale, soprattutto in Asia, cui deve rispondere un aumento della produzione.
Il governo dell’Agricoltura della Regione Puglia
C’è bisogno di più Agronomia in Puglia e quindi c’è bisogno di più Laureati in Scienze Agrarie e Forestali nei posti “chiave” della governance. Voglio dire che c’è bisogno della presenza di Laureati in Scienze Agrarie e Forestali in quella parte del più ampio governo d'impresa che è il governo dell’Agricoltura regionale.
Il governo dell’Agricoltura della Regione Puglia (in inglese corporate governance) è l'insieme di regole, di ogni livello (leggi, regolamenti etc.) che disciplinano la gestione dell’agricoltura pugliese e include anche le relazioni tra i vari attori coinvolti (gli stakeholder, ossia chi detiene un qualunque interesse) e gli obiettivi per cui è amministrata. Tra gli attori principali (shareholders), una parte di rilievo è svolta dal management che in considerazione delle evidenze del censimento dell’agricoltura dovrebbe andare ai Laureati in Scienze Agrarie e Forestali.
di Antonio Bruno, Direttore dell’Area Agraria del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”, Presidente dell'ADAF della Provincia di Lecce, Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master's Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).