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È la tua personalità che ti fa metter su peso?

Da Leragazze

È la tua personalità che ti fa metter su peso?

Perdere peso è facile: basta mangiare meno e fare più esercizio fisico. Allora perché molti non ci riescono? La risposta, secondo una gran mole di studi, spesso ha poco a che fare con la fame, ma va ricercata negli abissi della nostra psiche.

Sembra, infatti, che esista una relazione tra i tratti di personalità e le abitudini che possono portare a un eccesso di peso e all’obesità. Le zone del cervello deputate al controllo delle emozioni e dello stress sono le stesse che governano l’appetito.

Secondo una ricerca dello scorso anno, le persone che riportavano punteggi elevati per nevrosi e bassi per consapevolezza, capacità organizzative e autodisciplina avevano maggiori probabilità di essere sovrappeso o obese. Anche l’impulsività risultava legata all’indice di massa corporea: soggetti con i indici di impulsività più elevati pesavano in media 11 kg in più di quelli che li avevano più bassi.

La connessione tra emozioni, alimentazione e controllo del peso si instaura molto precocemente, fin da bambini. Identificare i nostri meccanismi mentali e comprendere le funzioni che attribuiamo al cibo è fondamentale per la piena riuscita delle diete cui ci sottoponiamo.

Vediamo alcune situazioni tipo.

Il nottambulo

A meno che non abbiano la possibilità di dormire fino a tardi la mattina, i nottambuli, a causa della deprivazione di sonno, mostrano bassi livelli di leptina, l’ormone che segnala la sazietà ed elevati livelli di grelina che stimola l’appetito, in particolare per i cibi ricchi di carboidrati e di calorie. Inoltre, i nottambuli tendono per forza di cose a mangiare di notte e a saltare la prima colazione, abitudine associata all’obesità e al diabete.

Che fare?

Ristabilire i normali ritmi biologici. Non assumere caffeina dopo mezzogiorno, evitare luci violente, TV e giochi elettronici la sera tardi e fissare per le prime ore del mattino appuntamenti che non si possono mancare. E dichiarare chiusa la cucina dopo le 21.

Il mangiatore di cibo spazzatura stressato

Chi è perennemente sotto pressione a causa di competizione e scadenze va avanti a forza di adrenalina e cortisolo che alla lunga possono provocare problemi di salute, compresa l’obesità. Il cortisolo, infatti, induce il desiderio di carboidrati, fa sì che il corpo elimini l’insulina in eccesso e accumuli il grasso. La gente che si sente cronicamente stressata spesso utilizza il cibo per ottenere energie e conforto, razionalizzando di averne bisogno. Come dice la psicologa Susan Albers, autrice del libro 50 modi per rilassarsi senza cibo (n.26 un bagno caldo; n.34 il lavoro a maglia): “L’unica cosa di cui avete veramente bisogno è sentirvi bene nei vostri vestiti”.

Che fare?

Il modo migliore per bruciare il cortisolo in eccesso è fare esercizio fisico. E poi indulgere in qualcosa che “coccoli”, distragga o rilassi.

Il multitasker disattento

Le persone che mentre mangiano fanno abitualmente altro, come lavorare, leggere, guidare, guardare la TV, ingurgitano maggiori quantità di cibo di quanto dovrebbero senza neppure rendersene conto.

Che fare?

Annotare quel che si mangia per alcuni giorni, quindi impegnarsi a mangiare solo stando seduti e concentrati sul cibo. Mangiare lentamente, valutando, boccone dopo boccone, il livello di pienezza. Si assumeranno minori quantità di cibo senza doversi sottoporre ad alcuna dieta.

L’altruista

Chi antepone i bisogni degli altri ai propri spesso si esaurisce emotivamente e cerca sollievo nel cibo. Gli altruisti sono supernutriti, generosi, ipercritici, si interessano agli altri e ignorano se stessi. Il cibo dà loro conforto, ma non va a colmare realmente i vuoti che hanno e quindi vanno avanti a mangiare sempre più.

Che fare?

Porre dei limiti ragionevoli all’utilizzazione di tempo ed energie per gli altri, individuare i propri desideri frustrati e cercare nuove modalità per prendersi cura di sé.

Il perfezionista

Chi mira alla perfezione spesso può andare incontro al fallimento nelle diete poiché persegue obiettivi irrealistici riguardo la perdita di peso e quindi ricorre al cibo per alleviare la frustrazione che ne consegue. I medici riscontrano un’alta correlazione tra perfezionismo e obesità; gli esperti in disturbi alimentari sottolineano che il perfezionismo è spesso alla base di anoressia, bulimia e binge eating. Inoltre, i perfezionisti sono tipi “tutto o niente” che li porta a scoraggiarsi facilmente e a ripiegare nel cibo per consolarsi.

Che fare?

Porsi obiettivi realistici, impegnarsi per i miglioramenti, non perseguire la perfezione. E tener presente che si può essere amati anche per i propri difetti, non solo per i pregi.



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