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E le acque si separarono

Creato il 03 ottobre 2010 da Stukhtra

Il vento potrebbe aver aiutato Mosè

di Anna D’Errico

Chissà come mai quando succede qualcosa di eccezionale o quanto meno singolare è sempre opera degli alieni o di Dio. Mettiamo per esempio che qualche millennio fa un gruppo abbastanza cospicuo di persone fosse in fuga dall’Egitto e diretto a est. Considerando la geografia attuale e di quei tempi e stando alle fonti tradizionali (i fatti si svolgevano intorno al 1200 a.C., ma la datazione è dibattuta), la suddetta comitiva aveva un problema logistico e alcune esigenze contingenti: c’era un tratto di mare da attraversare a piedi e bisognava farlo prima che il Faraoni facesse tutti secchi. Secondo la principale fonte dell’evento, fu a quel punto che il capogruppo disse una cosa il cui senso, se tradotto in parole contemporanee, sarebbe del tipo “Ghe pensi mi”. Dopodiché le acque si aprirono e il popolo in fuga ebbe un varco attraverso cui passare.

Come ben spiegato nel capitolo 14 dell’Esodo, Mosè fu aiutato in quest’impresa dal Signore. Un gruppo di scienziati del Centro Nazionale per le Ricerche Atmosferiche di Boulder, negli Stati Uniti, ha però appena pubblicato su “PLoS ONE” uno studio da cui emerge che forse fu il vento e non Dio a metterci lo zampino. Come spiega Carl Drews, che ha diretto le ricerche, attraverso un modello matematico che tiene conto di diversi fattori idrodinamici e delle caratteristiche geofisiche del delta del Nilo si dimostra che le acque, se il bacino è poco profondo, possono ritirarsi per qualche ora anche a causa di un vento molto forte.

Effettivamente che le acque a un certo punto si ritirino lasciando in mezzo una striscia di terra è un po’ singolare come evento. Ma improbabile non significa impossibile. E a questo punto, da sempliciotti, a noi verrebbe da chiederci: è più probabile che un tratto di mare venga separato da Dio o da una folata di vento? Ora, a parte il fatto che la domanda sarebbe mal posta, basiamoci sulle fonti storiche e sui dati sperimentali di questo studio.

Dai riferimenti geografici delle fonti storiche gli scienziati hanno dedotto che il tratto di terra attraverso il quale passò il popolo ebraico potesse trovarsi nella zona del ramo pelusiaco del Nilo a sud dell’attuale lago Manzala. Non si sa con precisione se la laguna a quel tempo fosse separata dal Mediterraneo tramite una striscia di sabbia oppure no. Ipotizzando che questa fosse presente, i ricercatori hanno calcolato che un vento di circa 100 chilometri orari soffiando da sud-est avrebbe potuto provocare uno spostamento delle acque verso nord-ovest. In questo modo una lingua di terra di circa 5 chilometri sarebbe emersa, offrendo un “ponte di melma” attraversabile a piedi.

Tra l’altro l’evento non sarebbe proprio unico e irripetibile, stando alla testimonianza del generale britannico Alexander Tulloch. Nelle sue memorie egli scrisse che nel gennaio o nel febbraio del 1882, dopo una notte in cui aveva soffiato un vento fortissimo, una parte del lago Manzala era come scomparsa. Le barche che fino al giorno prima erano state impegnate nella pesca si ritrovarono a secco nella fanghiglia pur senza essersi mosse. Questo racconto, secondo Drews, avvalora l’ipotesi che precise condizioni meteorologiche possano dar luogo a un evento che ha apparentemente del miracoloso.

A dire il vero altri scienziati sono un po’ scettici sul fatto che le cose siano andate realmente in questo modo. Ci sarebbe poi anche da dibattere sulla predilezione per una lettura più o meno letterale della Bibbia e sui possibili significati allegorici presenti nel testo, per non parlare delle sfumature interpretative che derivano da diverse traduzioni. E al riguardo probabilmente anche Guglielmo di Occam avrebbe la sua da dire.

Miracoli a parte, l’aspetto interessante che emerge da questo studio è comunque la possibilità di avere un nuovo strumento per analizzare e prevedere alcuni eventi meteorologici. Simulazioni di questo tipo si potrebbero prestare, per esempio, ad analisi e mappature del rischio di zone geografiche particolarmente esposte a fenomeni climatici estremi. Il fatto poi che ci possa essere una spiegazione scientifica a fatti soprannaturali è del tutto trascurabile…


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