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E LO RESE SPECIALE... - Ladislao Kubala

Creato il 01 febbraio 2011 da Calcisulcalcio
E LO RESE SPECIALE... - Ladislao KubalaPresentiamo oggi un grande centrocampista della storia del Barcellona, ci sembra doveroso nel periodo in cui il club Blaugrana domina la scena europea. Forse precursore del centrocampista duttile dei giorni nostri, László era dotato di un gran fisico ma faceva il suo punto forza nel dribbling e nei calci piazzati, oltre ad un gran fiuto del gol, si può dire che era l'opposto del mediano di fatica che raffigura i centrocampisti della storia non troppo recente.
Lo rese speciale essere l'unico ad aver giocato con tre nazionali diverse, la Cecoslovacchia, l'Ungheria e la spagna, oltre alla nomina nei "migliori calciatori del XX secolo" nel quale occupa il 32esimo posto in classifica.
Kubala nasce a Budapest il 10 giugno del 1927 e si spegne a Barcellona il 17 maggio del 2002. Il 4 febbraio 2000, venne insignito con Decreto Reale, con “Ordine di Gran Croce del Real Ordine per Merito Sportivo”, con il quale si poteva fregiare anche del titolo di “Don”. Il 26 aprile del 2002, a meno di un mese dalla sua scomparsa, venne ancora premiato con un altro grande del calcio iberico, Di Stefano, con la "Medalla de Oro al Mérito en el Trabajo" dal Consiglio dei ministri di Spagna, unici calciatori a riceverla fino ad ora. In un sondaggio tra i tifosi del Barcellona ad inizi del nuovo millennio, è stato votato come il miglior giocatore azul-grana di tutti i tempi davanti a Cruyff e Maradona, il tutto 40 anni dopo il suo ritiro, questo fa capire il valore del calciatore.
Inizia la sua carriera nel Ferencvaros nel 45\46, successivamente di trasferisce nello Slovan Bratislava e da subito chiunque lo vede giocare intuisce il suo valore di campione eccelso, tanto da vederlo convocato in nazionale da subito, ma dato che lo Slovan non era tra i primi club europei per fama e vittorie si trasferisce a Budapest città che gli ha dato i natali. Dopo l'esperienza col Vasas, e vista la sua incompatibilità col regime politico e la leva militare fugge in Austria e in Svizzera, ed è corteggiato da i maggiori club europei tra i quali anche quelli italiani, come Juve, Inter e Milan, ma il club che si avvicina più ad ingaggiarlo è il Pro Patria che aveva tra le sue fila due suoi compagni di nazionale Ungherese (dimenticavo col trasferimento di squadra arrivò anche quello di nazionale), vista la squalifica fattagli affibiare dal regime Ungherese però, potè giocare in Italia solo amichevoli e mai partite ufficiali.
Finalmente la sua situazione si sblocca quendo il Barcellona riesce a fargli avere tramite Francisco Franco la nazionalità spagnola (terza nazionale con la quale gioca).
Col Barcellona vince 4 scudetti, 5 coppe di Spagna, 2 coppe delle Fiere e una coppa Latina, diventando uno dei giocatori più amati del club di tutti i tempi, mettendo a segno più di 130 reti in 186 presenze.
Nel 1961 diventa allenatore-giocatore del Barcellona, poi dell'Espaniol e infine dello Zurigo, lasciando il calcio giocato per dedicarsi a tempo pieno al ruolo di allenatore nel 1967.
Dopo varie panchine culmina la sua carriera allenando la nazionale Spagnola e quella Paraguaiana.
L'annuncio della sua morte arriva proprio durante la conferenza stampa del Barcellona che annunciava nel 2002 il nuovo ingaggio dell'allenatore Van Gaal, il presidente del Barca decise di interrompere la conferenza stampa per comunicare a tutti della scomparsa del mito con queste parole:"Quisiera interrumpir la conferencia de prensa para informarles y mantener un minuto de silencio porque me acaban de comunicar que Kubala ha muerto, 'Laszi', el mago, el maestro, el ídolo de todos es muerto todos los barcelonistas nos sentimos un poco huérfanos, y nuestra oblicaciòn como barcelonistas y amigos, es velar para que las nuevas generaciones sepan quién ha sido Ladislao Kubala y qué significó en la historia de nuestro Barca. El que fuera uno de los mejores jugadores del Barcelona de toda la historia".
Non c'è altro da aggiungere, un idolo come Kubala ha scritto la storia di questo sport a suon di gol e di giocate indimenticabili.
di Cristian Amadei

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