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E LO RESE SPECIALE... - Pietro Fanna

Creato il 22 marzo 2011 da Calcisulcalcio
E LO RESE SPECIALE... - Pietro FannaPresentiamo oggi un personaggio della storia italiana del calcio, un'ala destra capace di giocare però su entrambe le fascie, ricordato per la classe e la fantasia.
Lo rese speciale l'aver vinto lo scudetto del campionato italiano con tre maglie diverse, tutt'ora sono solamente 5 i giocatori a vantare questo record.
Pietro Fanna nasce a Grimacco il 23 giugno 1958, gli osservatori dell'Atalanta lo portano a Bergamo a diciassette anni. Fanna esordisce nella serie cadetta con 20 presenze e due gol.
Nella stagione 1976-1977 l'ala friulana è titolare fisso, ed è uno dei principali protagonisti della promozione dei bergamaschi.
Nel 1977 approda alla Juventus. Presentato come l'erede di Franco Causio, Fanna non riesce, nei primi tre anni, ad esprimersi al meglio, penalizzato da ruoli non adatti alle sue caratteristiche e anche dal suo carattere introverso. Nelle stagioni 1980-1981 e 1981-1982 trova spazio tra i titolari e contribuisce con diversi gol e numerosi assist alla conquista dello scudetto. Nell'annata successiva si ritrova di nuovo in panchina: decide allora di passare all'Hellas Verona, squadra neopromossa, a cui viene ceduto per la cifra di un miliardo e mezzo. Due anni dopo con l'Hellas Verona conquista lo storico scudetto 1984-85.
Nei suoi anni a Verona, Fanna rappresenta la pedina tattica fondamentale nello sviluppo del contropiede, creando gli spazi e i presupposti per una rapida ripartenza senza palla da parte di Roberto Tricella. La scelta di tempo di questi due giocatori determinava lo spostamento e l'inserimento di un compagno che finalizzava l'azione.
Nell'estate del 1985 passa all'Inter. Nel 1988-1989 conquista lo scudetto sotto la guida di Giovanni Trapattoni, battendo ogni record. Fanna gioca 13 spezzoni di partita.
Nella stagione 1989-1990 decide di tornare al Verona di Osvaldo Bagnoli che, con una formazione completamente nuova, non riesce ad evitare la retrocessione in Serie B. Bagnoli, fautore dei successi passati, a quel punto decide di lasciare la società. L'anno dopo il Verona riconquista la Serie A grazie anche a Fanna. Nella stagione 1991-1992 il Verona retrocede di nuovo e al termine dell'annata successiva Fanna decide di lasciare l'attività agonistica.
Nel 1977 esordisce nella Nazionale Under-21. Con la Nazionale maggiore totalizza 14 presenze.
Dopo il suo ritiro si occupa del settore giovanile veronese per diversi anni e assume, con l'arrivo di Cesare Prandelli nell'estate 1998, il ruolo di allenatore in seconda. Grande amarezza ha suscitato nei tifosi gialloblu la scelta di Fanna di seguire Prandelli al Venezia dove rimane fino al 2002.(fonte wikipedia)
Se al giorno d'oggi come gli osservatori dell'Atalanta fecero con Fanna, si lasciasse più spazio ai giovani italiani, forse non ci troveremmo nella situazione calcistica attuale. Le maggiori squadre di club italiane sono piene di stranieri, la nostra nazionale fatica a tenere il passo col resto dell'Europa, gli under21 titolari non riescono quasi mai a trovare un posto stabile in una squadra di serie A.
Continuiamo ogni anno a vedere le nostre squadre impegnate in coppe europee, uscire prematuramente a vantaggio di squadre che investono sui giovani del proprio paese con grande profitto, la storia di Fanna dovrebbe farci riflettere, non c'è bisogno di andare al Real Madrid per restare nella storia, e soprattutto non c'è bisogno di acquistare ogni anno decine di stranieri strapagati, è la persona che conta, è il cuore e l'impegno che a volte possono fare la differenza, come nello scudetto del Verona. C'è sempre da imparare dal passato, ma bisogna cambiare la mentalità, o il calcio italiano resterà sempre indietro.
di Cristian Amadei

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