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E’ Massimo Giletti l’antiSantoro?

Creato il 10 ottobre 2011 da Symbel

E' Massimo Giletti l'antiSantoro?Il centrodestra ha tentato di scardinare lo strapotere mediatico di AnnoZero, Ballarò e epigoni vari nelle reti Rai per tanti anni, in modo maldestro e con scarsissimi risultati dal punto di vista dell’audience.
Il frutto di queste prove quando non ha prodotto disastri e flop ha lasciato in vita pochi programmi, uno di questi è L’UltimaParola di Gianluigi Paragone, trasmesso in tarda serata con continue correzioni di rotta da parte del conduttore che si è sforzato il più possibile di essere bipartisan fino ad arrivare, nell’edizione di quest’anno, a strimpellare la chitarra in trasmissione sulle note di Guccini.
Ora che Santoro chiede l’elemosina in tv ,10 euro per mettere su il suo nuovo talk show politico che si intitolerà a metà tra presunzione e sarcasmo “Servizio Pubblico“, la Rai si affida principalmente a Ballarò.
Porta a porta? Mah, non si può paragonare ad AnnoZero o Ballarò, troppo istituzionale, paludata, politicamente corretta, troppo democristiana.
Quando ormai tutto sembra scorrere come al solito ecco la sorpresa!
Ieri riprendeva, dopo la pausa estiva e con qualche problema legato alla solita storia dei contratti, l’Arena di Massimo Giletti. La puntata della trasmissione domenicale che va in onda al termine del TG1 delle 13 si è occupata dello spinoso argomento delle divisioni tra Nord e Sud.
In collegamento dall’esterno il governatore leghista del piemonte Cota e il governatore della regione Campania Caldoro. In studio da una parte Maria Giovanna Maglie, una giovane conduttrice di Radio Padania, il direttore del Tempo Mario Sechi e il professor Stefano Zecchi. In contrapposizione alla destra dello schermo e alla sinistra di Giletti, Francesco Rutelli del famigerato Terzo Polo, Debora Serracchiani parlamentare europea del PD, un professore napoletano della Sapienza di Roma e il celebre giornalista anticasta Gian Antonio Stella.
L’argomento si prestava a polemiche e urla che in qualche modo ci sono state, con un Giletti che, con l’accetta in mano, stroncava gli interventi troppo prolissi. Non sono mancati i contributi filmati d’inchiesta in stile anti-casta e gli interventi indignati del pubblico non-famoso.
La formula non è nuovissima ma il ritmo c’era e la puntata è filata liscia veloce. Giletti non è un Santoro di destra anche perché di destra non è, però è riuscito ad imprimere alla trasmissione uno spirito liberal che manca attualmente nel panorama televisivo nazionale.
C’è stata una buona parola per tutti, compreso il recentemente scomparso Steve Jobs tirato in ballo dal professor Stefano Zecchi in questo modo: “Si è santificato Steve Jobs. Quell’uomo lì è l’esempio della violenza del capitalismo tecnocratico” Non chiedetemi come ci si è arrivati partendo dal problema rifiuti a Napoli e dagli scandalosi stipendi dei funzionari della regione Sicilia perché non lo so, ma non sembrava fuoriluogo.
Forse è un po’ presto per dirlo ma la prima puntata de L’Arena di Giletti è quanto di più si è avvicinato ad Annozero da sponda “non a sinistra” fino ad ora in tv. E’ un po’ presto perché magari alla prossima puntata si parla della Pellegrini e Magnini o di uno dei tanti casi di cronaca nera con particolari pruriginosi, però l’inizio non è stato male.
Anche gli ascolti lo hanno premiato incoronandolo di gran lunga il programma più visto nella fascia oraria pomeridiana, anche giovandosi della sosta di campionato.
Ah, dimenticavo, nella seconda parte del programma c’è stata la novità di quest’anno partorita dall’inventiva del provolone Giletti: “il due contro tutti” che ha visto come protagoniste a commentare i fatti della settimana in contrapposizione tra loro, Luxuria e Donna Assunta Almirante. Vi basta?

symbel (redattore)

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