Ieri mattina Phnom Penh, capitale della Cambogia, era diversa dal solito. Poca gente per le strade, stranamente tranquille e prive del caos di ragazzi, motorini e tuk tuk. Non soltanto infatti si celebrava il secondo giorno della festività del P’chum ben, dedicata alla benedizione degli spiriti dei defunti, ma i cittadini sapevano già della morte a Pechino del re padre, Norodom Sihanouk. Uno dei protagonisti del Novecento, classe 1922, genitore dell’attuale sovrano, salì per la prima volta sul trono nel 1941, prima di ottenere l’indipendenza del suo Paese nel 1953.
Il defunto re Norodom Sihanouk
Una figura controversa, al di là della fama di bon vivant, aspramente criticata – specie negli ultimi anni della sua vita – da un attento osservatore di cose asiatiche, come Tiziano Terzani. Il celebre giornalista, divenuto intimo del sovrano, in un noto scritto giunge infatti a rimproverargli – per via del suo rapporto ambiguo con la dittatura e la guerriglia degli khmer rossi – pochezza morale e insensibilità.
Un personaggio che a suo modo ha rispecchiato e al contempo vissuto tutte le contraddizioni del suo secolo: destituito dai servizi segreti statunitensi (il colpo di stato ad opera di Lon Nol), finira’ per essere alleato della guerriglia di Pol Pot, sino a divenire – piu’ che capo di stato senza poteri formali di uno Stato genocida – un vero e proprio ostaggio del regime sanguinario filomaoista. (Continua).
(Francesco Giappichini)