Stephen Crohn, 66 anni, l’uomo che sia la scienza, sia la ricerca hanno considerato un vero mistero, in quanto immune nei confronti del virus Hiv, è morto suicida.
La storia di Stephen iniziò nel 1978, quando il suo compagno Jerry Green, ginnasta, si accorse di aver contratto il virus dell’Hiv. Stephen si occupò del suo compagno sino al 1982, anno in cui il sui compagno morì cieco, e distrutto dalla malattia. Durante gli anni ’80 il virus dell’Hiv portò via molti amici di Stephen, il quale, nonostante sessualmente attivo, non contrasse mai la sindrome dell’Hiv.
In forza di tale dato, Stephen iniziò a collaborare con i medici, e nonostante la ricerca fosse appena iniziata in quel periodo, si rese disponibile ad esporre i propri globuli bianchi al virus dell’HIV. Anche in questo caso Stephen non contrasse nessun sintomo della malattia. Dagli studi genetici effettuati sul suo dna si rilevò come fosse presente una anomalia genetica (chiamata mutazione delta-32 nel gene Ccr5), causa della sua immunità.Oggi è ormai dato notorio come il virus dell’Hiv attacchi i globuli bianchi attraverso due ricettori, ma Stephen rimase sempre immune grazie alla ‘difettosità’ di tali ricettori.
Sulla base degli studi su di lui compiuti, i medici/scienziati hanno reso disponibile il farmaco Maraviroc, che bloccando il recettore Ccr5 impedisce nei soggetti che hanno contratto l’infezione la degenerazione progressiva della malattia.
La notizia della sua morte – avvenuta lo scorso 23 Agosto – è stata divulgata dalla sorella, la quale conosceva molto bene come da tempo il fratello soffrisse di una forte depressione. Depressione sviluppatasi dall’aver visto tutti suoi amici morire, mentre lui sopravviveva, hanno portato Stephen a compiere questo gesto estremo.
Non vi è alcun dubbio che nella tragicità del suicidio, Stephen abbia permesso alla scienza di compiere studi importanti sul virus dell’ Hiv, anche se a tutt’oggi non vi è ancora un farmaco per la cura definitiva di tale infezione.