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È nata Mia

Da Borful
È nata Mia
Alta, bionda, slanciata, occhi azzurri, esperta di marketing dell'arte, milanese al 100%. Questa è Mia Fair, la seducente creatura nata dall'ingegno di Fabio Castelli. Certamente una innovativa fiera dedicata alla fotografia artistica contemporanea con dei difetti, che andranno analizzati con tutta calma, ma questo è il momento di brindare al felice evento. La scommessa non era facile e la risposta è stata oltre le aspettative. Molti visitatori, e anche tanti acquisti, hanno dimostrato come un mercato per l'oggetto d'arte fotografico non ristretto ai pochi noti sia davvero possibile. La formula di Castelli prevede che per creare e mantenere la fiducia in un mercato come questo servano tre cose fondamentali: qualità materiale delle opere, trasparenza dei prezzi e garanzia sulle tirature. In questo senso, ho potuto constatare il dominio delle stampe Giclée certificate e della cartiera tedesca Hahnemühle. Prevalgono anche i formati grandi, con evidenti ricadute positive su stampatori e montaggisti che emergono, a mio parere, come i veri trionfatori della fiera. Difatti al di là dell'artisticità o meno di quanto esposto, anche molto discutibile in certi casi, chi ha già fatto dei bei fatturati sono proprio loro: i fornitori della preziosità oggettuale su cui poi sperano di basare i loro affari sia le gallerie sia gli artisti.
Dalla mia immersione di ieri pomeriggio nel mare magno dei 230 stand, ho riportato, come al solito, qualche appunto che si può vedere QUI.

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