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È nato prima l'uovo o il palloncino? - Provato - PS Vita

Creato il 22 agosto 2013 da Intrattenimento

Alla Gamescom 2013, Ovosonico ha rivelato il suo primo e originale gioco per Vita. Noi lo abbiamo provato!

Era già nell'aria da diverso tempo che qualcosa di interessante stesse bollendo in pentola dietro i cancelli della villa varesina che funge da quartier generale di Ovosonico. Oltre al curriculum di Massimo Guarini (director di Shadows of the Damned e producer di Moon e Way of the Samurai 3), ad incuriosirci è stata la dichiarata volontà di sviluppare progetti unici, mescolando assieme medium diversi così da creare esperienze assolutamente innovative. "Il nostro obiettivo è creare giochi che nessun altro è intenzionato a realizzare", ha affermato Guarini in occasione della Gamescom 2013. Proprio la fiera tedesca ha alzato il sipario sul misterioso progetto a cui il team stava lavorando da diverso tempo. Presentato in pompa magna durante la conferenza Sony, Murasaki Baby è un'esclusiva per PlayStation Vita che segue esattamente la filosofia del team italiano, sfoggiando uno stile unico e un'esperienza di gioco decisamente originale sia per atmosfera che per meccaniche.

Siamo tutti matti!

Nel descriverci le premesse del gioco, i ragazzi di Ovosonico si sono tenuti volutamente vaghi: "Non hai bisogno di spiegazioni," ci assicura Gianni Ricciardi, co-fondatore e compositore del team, "è tutto molto chiaro, e poi vogliamo che il giocatore intuisca da solo quello che succede". L'intenzione sembra essere anche quella di incuriosire e stuzzicare chi gioca con personaggi fuori di testa e situazioni folli.

È nato prima l'uovo o il palloncino?
La protagonista di Murasaki Baby è infatti una strana bambina che un giorno si risveglia in un mondo dalle tinte burtoniane, popolato da mostri e mille stramberie. Dai tentacoli giganti a spille da balia assassine, da occhi nell'oscurità a personaggi con seri problemi fisici e mentali, le fobie e le paure della bambina sembrano aver misteriosamente preso forma. Stringendo tra le mani un palloncino viola, decide così di partire in cerca della sua mamma. La ragazzina, Baby, non assomiglia esattamente a Riccioli d'Oro: dalla testa spuntano pochi peli simili a rametti secchi, mentre il volto deformato si contorce in un mostruoso ghigno sdentato quando sorride soddisfatta. Eppure la sfida degli sviluppatori è quella di creare un forte legame emotivo tra lei e il giocatore: per muovere Baby all'interno del livello bisogna così prenderla per mano trascinando un dito sul touchscreen, facendo attenzione a non strattonarla con troppa forza per non farla inciampare. Allo stesso modo bisognerà proteggerla, illuminandole la strada, facendo fuori i nemici su schermo o recuperando il palloncino che di tanto in tanto potrebbe scapparle di mano. Qualsiasi azione avviene attraverso l'utilizzo del touchscreen o del touchpad posteriore, e mai attraverso i tasti o lo stick analogico. Già dal primo capitolo, Murasaki Baby introduce a una serie di interessanti meccaniche: lo schermo frontale serve per interagire con gli elementi in primo piano, che si tratti di aiutare Baby a saltare un fosso o di spostare una lanterna; il touchpad posteriore gestisce invece il fondale, elemento essenziale per risolvere parte degli enigmi. Con due dita è infatti possibile passare da un fondale all'altro, un'abilità che non si limita a cambiare le tinte del livello: un mulino sullo sfondo può essere attivato per creare folate di vento utili a spazzare via nemici o a diradare la nebbia, mentre un altro fondale può far piovere, spegnendo così incendi o creando pozze d'acqua navigabili.
È nato prima l'uovo o il palloncino?
A giudicare dal trailer sembra proprio che i capitoli successivi introdurranno meccaniche nuove, che sfruttino non solo gli input tattili, ma anche i sensori di movimento della console. Va detto che la versione del gioco presente in fiera è chiaramente in una fase ancora acerba: oltre a una serie di bug presenti qua e là, il framerate molto basso finisce infatti per influenzare la risposta dei controlli touch. Il team ha comunque confermato che l'obiettivo è di arrivare ai 60 fps per la versione finale, risolvendo in questo modo tutti i problemi di feedback appena accennati. Nelle intenzioni di Ovosonico c'è anche la volontà di rendere più chiare alcune indicazioni a schermo: "Vedendo le persone giocare ho notato che c'è un po' di confusione", ci dice Guarini, "In particolare non è sempre chiaro quali input vadano eseguiti sul touchscreen e quali sul touchpad posteriore". Quello che però lo sviluppatore vuole evitare è di sporcare l'estetica del gioco con testi e pulsanti a schermo che cozzerebbero col resto della grafica. E sarebbe un peccato, effettivamente, poiché proprio lo stile artistico è tra i punti di forza di Murasaki Baby, con quel suo design grottesco accentuato da personaggi completamente disegnati a mano. Insomma, con l'uscita prevista per il prossimo anno, Ovosonico ha ancora un lungo percorso davanti, ma da quello che abbiamo potuto provare ci riesce difficile credere che le Teste d'Uovo possano fare una frittata.


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